Madonna con Bambino, San Giovanni Battista, la Maddalena e Zaccaria
Francesco Mazzola, detto Parmigianino (Parma, 1503 – Casalmaggiore, 1540)
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Dotato di un talento precocissimo Francesco Mazzola, conosciuto come Parmigianino, da Parma sua città natale, si formò a diretto contatto con Correggio, all’epoca impegnato nei grandi cicli di affreschi delle chiese parmensi. Dopo le prime commissioni a Parma terminò la sua formazione Roma con lo studio delle opere di Michelangelo e di Raffaello. Il suo temperamento intellettuale ed eccentrico lo spinse verso l’elaborazione di uno stile anticlassico, elegante e ricercato che ne fece il caposcuola del Manierismo emiliano.
La Madonna di San Zaccaria risale ai primi anni Trenta del Cinquecento quando l’artista, fuggito da Roma dopo il sacco del 1527, soggiornò per alcuni anni a Bologna, dedicandosi ad un’intensa produzione di pale d’altare e di quadri di devozione privata come questo, commissionatogli dal conte bolognese Bonifacio Gozzadini.
Il dipinto prende il nome dal Santo raffigurato in primo piano. Lo sguardo severo del sacerdote, padre di Giovanni Battista, guida lo spettatore verso la Vergine seduta con in braccio il Bambino. Il piccolo Gesù, dai grandi occhi languidi e pensosi, è stretto tra le braccia di San Giovannino il cui incarnato abbronzato esalta per contrasto quello cinereo del Messia. Il Battista si slancia a dare al cugino un tenero bacio che egli ricambia carezzandogli la guancia. A sinistra una sensuale Maria Maddalena, col seno appena celato dai fluenti capelli biondi, mostra il vaso d’unguenti, suo tradizionale attributo.
Sullo sfondo, dal cielo plumbeo, compaiono un arco di trionfo e una grande colonna coclide, reminiscenze del soggiorno romano dell’artista e simboli del paganesimo in rovina. La colonna potrebbe però anche alludere all’incorruttibile purezza della Vergine cantata nell’inno mariano Collum tuum ut columna: “Il tuo collo è come una colonna”, simbologia che l’artista svilupperà ulteriormente qualche anno più tardi nella celebre Madonna dal collo lungo.
Il pesante libro che San Zaccaria regge con il braccio sinistro, la cui possente muscolatura mostra l’influenza degli affreschi romani di Michelangelo, può essere la chiave per interpretare il significato dell’opera che allude a San Giovanni come precursore del Messia. La scritta frammentaria che vi si legge è infatti tratta da un passo del Vangelo di Luca (1, 68) in cui il padre Zaccaria, al momento dell’imposizione del nome a Giovanni, recupera la facoltà della parola e subito riconosce il figlio come profeta: “E tu bambinello, sarai detto il profeta dell’Altissimo: perché procederai davanti alla faccia del Signore a preparare le sue vie”.
Stilisticamente il dipinto risente ancora dell’influenza del Correggio nello scambio di affetti fra Gesù e San Giovannino e nel poetico paesaggio sullo sfondo, ma la serena dolcezza che pervade le opere del maestro cede qui il passo ad un sottile senso d’inquietudine e ad un vago erotismo che conferiscono alla scena sacra un’impalpabile vena misterica, caratteristica di molte opere del Parmigianino.