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Pitagora; Heracles; Aristotele

Filippo Tagliolini e Real Fabbrica Ferdinandea

Data
1783 c.
Collocazione
Museo delle porcellane
Tecnica
Biscuit; legno dipinto
Dimensioni
h 22, 19,5, 22,6 cm
Inventario
Argenti con estimo 1911 nn. 107, 118, 138

I piccoli busti appartengono ad una serie costituita da trentadue esemplari che raffigurano, in miniatura, i bronzi rinvenuti nel 1753 nella Villa dei Papiri a Ercolano, attualmente esposti presso il Museo Archeologico Nazionale di Napoli. L’incertezza sull’identificazione dei ritrattati è da ricondurre prevalentemente alle conoscenze dell’epoca, rese note perlopiù attraverso le incisioni nel repertorio a stampa de Le Antichità di Ercolano esposte (1757-1792), dove ad esempio tra gli esemplari qui presentati sono riprodotti Pitagora e Artistotele, ma non Heracles.

La scelta di realizzare questa serie è in linea con l’interesse antiquario fortemente influenzato dai viaggiatori del Grand Tour, mentre la lavorazione della porcellana a biscuit interpreta il gusto neoclassico con il suo imitare il candore del marmo. Questa serie fu abbinata al cosiddetto Servizio Ercolanese, come indicato nel 1782 dal sovrano del Regno di Napoli Ferdinando IV di Borbone in una lettera inviata al padre Don Carlos, dove nel descrivere le parti scultoree che la compongono precisa: “una collezione di mezzi busti, di quelli molto ben cogniti alla Maestà Vostra”. Un’altra maestosa e monumentale apparecchiatura da dessert, destinata alla corte di Ferdinando IV, fu realizzata tra il 1785 e il 1787 nella Real Fabbrica Ferdinandea su invenzione dello scultore Filippo Tagliolini, durante la direzione di Domenico Venuti, nominato anche Direttore Generale degli scavi del Regno. L’apparecchiatura della tavola proponeva un servizio denominato Dessert per 60 coverti, dove comparivano gli esemplari di Palazzo Pitti con l’aggiunta dei busti degli imperatori Tiberio e Augusto, oltre a quelli di Vesta e della presunta Saffo.

Non si hanno notizie sull’arrivo a Palazzo Pitti della serie a cui appartengono i nostri busti. È stato ipotizzato che siano pervenuti come dono del re di Napoli alla figlia Luisa Amalia in occasione del matrimonio con Ferdinando III Asburgo Lorena, oppure per la sua investitura a granduchessa di Toscana avvenuta nel 1791. Tuttavia, essi potrebbero essere identificati nei “Gruppi, figure e Busti in biscuì, all’uso di Francia” citati nella lettera inviata nel 1785 da Giuseppe Bruschi, all’epoca attivo nella Real Fabbrica Ferdinandea, a Lorenzo Ginori, direttore della Manifattura di Doccia. In effetti, nel 1785 Ferdinando IV di Borbone e la consorte, Maria Carolina Asburgo Lorena, in occasione della loro visita a Firenze portarono in dono ai granduchi di Toscana porcellane eseguite nella fabbrica partenopea, tra cui il Solitaire con vedute del Regno delle Due Sicilie e probabilmente la serie delle Vestiture del Regno, entrambi conservati nel Museo delle porcellane di Palazzo Pitti (inv. A.c.e. 1911, nn. 1015-1019, 662-679).

Testo di
Rita Balleri
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