Presentazione della Vergine al Tempio
Niccolò di Buonaccorso (Siena, documentato dal maggio 1372 - Siena, 17 maggio 1388)
Questa preziosa tavoletta a fondo oro raffigura un episodio dell’infanzia della Vergine Maria. Al centro della composizione si vede la giovinetta che viene presentata all’anziano sacerdote del Tempio, mentre i genitori Anna e Gioacchino, posizionati ai piedi della scalinata, assistono affettuosamente al solenne incontro in compagnia di alcuni personaggi; dietro un parapetto all’altezza dell’altare, si scorge inoltre un gruppo di fanciulle partecipi della scena.
Fu realizzata dal pittore senese Niccolò di Buonaccorso, un maestro raffinato e colto operoso tra l’ottavo e il nono decennio del Trecento, che eccelse nella creazione di manufatti di piccolo formato; la sua produzione, influenzata dall’arte di Simone Martini e Ambrogio Lorenzetti, si distinse per le eleganze formali e l’alta qualità esecutiva, riscontrabili pienamente anche nel caso in esame, come dimostrano la sapiente costruzione dello spazio architettonico, il calibrato equilibrio cromatico, le soluzioni tecniche applicate per la resa degli abiti.
Un tempo il dipinto faceva parte di una struttura più complessa, dedicata al ciclo della vita della Vergine, di cui sono noti altri due elementi conservati oggi presso la National Gallery di Londra e il Metropolitan Museum di New York. Non sappiamo come i pannelli fossero originariamente disposti, ma considerate le dimensioni maneggevoli e l’accuratezza generale dell’ornato, possiamo supporre che siano stati concepiti a mo’ di sportelli, per essere visibili da entrambi i lati. Dell’opera si ignorano sia l’epoca dello smembramento che il luogo della primitiva collocazione, sebbene la critica propenda a favore di un contesto senese, tenuto conto che l’attività di Buonaccorso è documentata esclusivamente nella sua città natale e che il soggetto mariano rappresentato ebbe a Siena, in età medievale, straordinaria fortuna. Prima di pervenire agli Uffizi, la Presentazione della Vergine si trovava nella seconda metà dell’Ottocento nell’Ospedale di Santa Maria Nuova a Firenze.