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Ritratto di dama

Attribuito a Piero del Pollaiolo (Firenze 1441 - Roma 1496)

Data
1475-1480c.
Collezione
Pittura
Collocazione
A10. I Pollaiolo
Tecnica
Tempera su tavola
Dimensioni
51,5x34,8 cm
Inventario
1890 n.1491

Il ritratto, di profilo, segue l’impostazione in voga fino al terzo quarto del XV secolo, ispirata dalla numismatica antica, che consentiva di tradurre piuttosto fedelmente i tratti somatici del personaggio. Su uno sfondo ceruleo si staglia il volto di una giovane donna, dai lunghi capelli biondi raccolti in una complessa acconciatura ornata da gioielli. L’elevato ceto sociale della ragazza è messo in evidenza anche dall’abbigliamento, costituito da una sopravveste di velluto, la giornea, di colore rosso scuro, orlata dal gallone dorato e frange multicolore. Al di sotto indossa una tunica a maniche lunghe, la cotta, ornata sull’avanbraccio da un motivo a melagrana, di gran moda nel XV secolo e, in questo contesto, emblema di fertilità. Anche il ricadere morbido della giornea sul ventre sarebbe un auspicio di maternità. La giovane porta una collana di perle con un pendente e sul petto ha appuntato un gioiello di oro, smalti e pietre preziose raffigurante un angelo. Oltre che ornamenti, i monili ornati con pietre fungevano anche da amuleti protettivi, in un’epoca in cui il confine fra scienza e superstizione era assai labile. L’esibizione di gioielli e vesti preziose mira a porre in risalto la ricchezza della famiglia cui apparteneva l’ignota ragazza ed è probabile che il ritratto sia stato eseguito in occasione del matrimonio della donna, che segnava l’alleanza fra casate ed aveva il carattere di un vero e proprio contratto.Si tende a riferire oggi il ritratto di dama degli Uffizi ai fratelli Pollaiolo, e più in particolare a Piero, cui si confà il gusto per la resa materica, tattile, delle stoffe, la dettagliata rappresentazione delle oreficerie, la minuziosa resa dei capelli. La non perfetta conservazione del dipinto, come indica anche l’eccessivo rossore delle guance, rende particolarmente problematica l’attribuzione dell’opera.

Ignota è anche la storia collezionistica del dipinto, presente a Palazzo Pitti nel XIX secolo e portato agli Uffizi nel 1861.

Bibliografia

A. Wright, The Pollaiolo brothers. The arts of Florence and Rome, New Haven - Londra 2005, pp. 119, 125-127; A. Tartuferi, in La stanza dei Pollaiolo, a cura di A. Natali e A. Tartuferi, Firenze 2007, pp. 118-121; A. Galli, Antonio e Piero del Pollaiolo. “Nell’argento e nell’oro, in pittura e nel bronzo…”, a cura di A. Di Lorenzo e A. Galli, Milano 2014, pp. 250-252

Testo di
Daniela Parenti
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