Ritratto di vecchio detto il Rabbino
Rembrandt Harmenszoon van Rijn (Leida 1606 – Amsterdam 1669)
Questo ritratto è firmato e datato 1665, dunque da porre verso il termine della densa attività artistica di Rembrandt nella quale largo spazio occupò la ritrattistica. Fu appunto come ritrattista che Rembrandt si affermò negli anni Trenta del Seicento ad Amsterdam dove visse a lungo nel quartiere ebraico utilizzando spesso vicini e conoscenti come modelli per i suoi dipinti. Il volto di uomo anziano del ritratto viene identificato con quello di un rabbino e ne è stata anche proposta l’identificazione con un preciso personaggio ovvero col rabbino Haham Saul Levy Morteira, tale proposta non risulta però essere poi stata confermata da documenti. Nel ritratto Rembrandt indaga la psicologia dell’anziano, evidenziandone la distaccata malinconia dell’espressione e il suo essere immerso in pensieri che sembrano venire inghiottiti dal fondo scuro dall’opera. Tale intonazione è enfatizzata dalla tecnica dell’artista, caratterizzata dall’uso di colori materici stesi con una densa corposità.
L’alta qualità del dipinto non sfuggì agli ufficiali napoleonici: tra il 1799 e il 1815 fu prelevato e trasferito a Parigi rientrando però successivamente a Firenze dove fu esposto dal 1834 nella Galleria Palatina di Palazzo Pitti.