Sala di Ercole
Pietro Benvenuti (Arezzo 1769 - Firenze 1844)
In epoca medicea questa sala era chiamata Salotto della Guardia tedesca e faceva parte dell’appartamento privato della granduchessa dei Medici, che occupava l’ala sinistra del palazzo. Nei primi anni dell’Ottocento, Elisa Baciocchi, sorella di Napoleone Bonaparte, da questi nominata granduchessa di Toscana, intese trasformare questo ambiente in un salone di ricevimento assegnando a Giuseppe Cacialli - tra il 1811 e il 1813 - il compito di rinnovarlo architettonicamente. Caduto il governo napoleonico, l’impresa decorativa fu proseguita sotto Ferdinando III di Lorena che, ritornato sul trono di Toscana nel 1817, volle confermare gli artisti scelti a suo tempo dalla Baciocchi, affidando a Pietro Benvenuti, pittore di corte, l’ambizioso ciclo pittorico dedicato alle Storie e alle fatiche di Ercole. La decorazione è suddivisa in quattro grandi riquadri incorniciati nelle pareti – con Ercole al bivio, Ercole che soffoca i serpenti, Ercole che riconduce Alcesti ad Admeto, e la Battaglia di Ercole e i Centauri – e in dieci ‘cartelle’ a monocromo, sovrastate dalla volta affrescata con le Nozze di Ercole ed Ebe.
Il programma iconografico è impostato sul mito d’Ercole che ben si presta a celebrare la famiglia regnante, in continuità con la tradizione medicea, e la figura di Ferdinando III di Lorena, riconosciuto quale garante di sicurezza e prosperità durante gli anni del proprio governo.
La sala costituisce uno dei momenti apicali del neoclassicismo internazionale, grazie sia alla grandiosità delle composizioni, per le quali Benvenuti si avvalse di un ricco corpus di disegni, bozzetti e cartoni di preparazione, che al plasticismo imponente delle figure ispirate alla scultura di Antonio Canova, immerse nelle tinte sublimi di colori desunti dai pittori veneti del Cinquecento.