Sala dell’Udienza pubblica dell’Appartamento d’Estate
Angelo Michele Colonna (Cernobbio, 1604 – Bologna, 1687) e Agostino Mitelli (Bologna 1609 – Madrid 1660)
“Radu tu parla e sii breve et arguto”
“Ogni bugiardo ben passa e non dura, merito e verità non passa e dura” Nel cartiglio retto dai putti nell’Allegoria dipinta sul soffitto
La prima delle tre sale di rappresentanza dell’appartamento d’estate dei Granduchi colpisce per l’imponente scenografia dipinta dispiegata sulle pareti. A realizzarla furono chiamati due maestri della pittura prospettica bolognese, Angelo Michele Colonna e Agostino Mitelli, che Ferdinando II de’ Medici volle a suo servizio per ostentare un ambiente capace di stupire tutti coloro che si apprestavano ad essere ricevuti in udienza. La sala è illusionisticamente ampliata con finte architetture che sfondano le pareti: scalinate, balaustre, palchetti e balconate accolgono i vari personaggi della vita di corte, dame, bambini, ciambellani, che sembrano dialogare - come in un teatro immaginario - con gli astanti che venivano ricevuti. La scritta “Radu tu parla e sii breve et arguto” allude appunto alla destinazione della sala. Se l’impianto decorativo prospettico, con le gigantesche figure di telamoni e canefori a sostenere l’ampia balaustra, ripropone la decorazione della Sala Grande in palazzo Spada a Roma, le figure dipinte sembrano ispirarsi a quelle di Veronese nella villa di Maser (Treviso). Al centro della volta campeggia l’allegoria con il Trionfo del Tempo, inizialmente affidata a Francesco Albani, e poi commissionata a Colonna. Realtà e finzione caratterizzano questo suggestivo spazio, animato da giochi di controluce e contrasti luministici. Assai dibattuta è l’individuazione dei contributi di Mitelli o Colonna: generalmente la critica tende a riconoscere al primo l’ideazione delle prospettive e all’altro gran parte della loro realizzazione a fresco.
M. Mosco, L'appartamento d'Estate dei granduchi, in Palazzo Pitti. L'Arte e la Storia, Firenze 2000, pp. 90-104.