Servizio da entrée e da dessert della granduchessa Elisa Baciocchi
Manifattura di Sèvres
Siamo in presenza di un sontuoso servizio che esprime nella sua totalità il fasto della Corte francese con la profusione di oro esaltata dal blu scuro e dall’azzurro del fondo. Si deve alla Manifattura di Sèvres, in linea con lo stile del coevo arredo delle dimore reali, l’introduzione nell’Ottocento dell’oro steso ad ampie campiture, che ebbe largo seguito anche nella produzione delle altre manifatture europee.
Il servizio si divide in due, poiché una parte, costituita da piatti fondi, insalatiere, piccole tazze e fruttiere, è destinata all’entrèe, mentre l’altra con piatti piani, compostiere, zuccheriere, ciotole, rinfresca-bottiglie, portaghiaccio, fruttiere è da utilizzare per il dessert. Gli assortimenti per entrambe le tipologie d’impiego sono caratterizzati da diversi decori elaborati per Elisa Baciocchi su commissione del fratello Napoleone I, che gliene fece dono quando nel 1809, divenuta granduchessa di Toscana, venne ad abitare nella Reggia di Palazzo Pitti. L’apprezzamento verso questo servizio, motivato forse dal legame affettivo verso il fratello, spinse la Baciocchi a portarlo con sé quando nel 1814 abbandonò Firenze per rifugiarsi a Lucca, nella speranza di mantenere il titolo di principessa. Si vide invece costretta a restituirlo a Palazzo Pitti dove tuttora possiamo ammirarlo, seppur riassortito in alcune ciotole e piatti con esemplari realizzati dalla Manifattura Ginori, come avvenuto anche per il servizio del granduca Pietro Leopoldo Asburgo Lorena
La particolarità di questo ‘doppio’ servizio risiede nella sua duplice destinazione, oltreché nelle varianti decorative. Quello da entrèe era impiegato per pietanze presentate sia dopo l’antipasto o la minestra, sia dopo il pesce, pertanto costituiva la terza portata subito prima della carne, mentre quello da dessert, in uso ancora oggi, veniva introdotto alla fine del pasto.
Esaminando i decori, le stoviglie per l’entrèe sono caratterizzate da fiori dorati alternati su fondo bianco e blu scuro, mentre quelle per il dessert presentano motivi assai più elaborati con raffinate ghirlande intervallate da medaglioni con effigi di gusto antiquario e da cigni, eletti a simbolo della Baciocchi. Tra le forme più curiose del servizio da dessert, o meglio a noi oggi meno note, vi sono le zuccheriere con un aquilotto che fuoriesce dall’uovo impiegato come pomello del coperchio, mentre due protomi di aquila hanno la funzione di manici. Anche i portaghiaccio con le anse modellate a testa di elefante sono assai singolari e lasciano riflettere sul significato di questi contenitori, vista la notevole presenza all’interno di un servizio. In effetti nei dessert, oltre alla degustazione del sorbetto, erano particolarmente apprezzati vini e liquori abbinati dai pasticceri ai dolci e serviti freddi, solitamente in bicchieri refrigerati. La presenza così insistita del ghiaccio nei banchetti costituiva un’ulteriore conferma della ricchezza della Corte o del padrone di casa, vista la difficoltà nel portarlo in tavola.