Storia di Lucrezia
Filippino Lippi (Prato 1457c. – Firenze 1504)
Il dipinto illustra la morte dell’eroina romana Lucrezia, moglie fedele e pudica, oltraggiata dal figlio dell’ultimo re di Roma al quale aveva dato ospitalità mentre il marito Collatino era assente. La donna denuncia lo stupro subìto al padre e poi si suicida pugnalandosi al petto, per salvare l’onore. Nella parte sinistra della tavola, Lucrezia è esangue, ancora col pugnale nel petto e sorretta dal marito che l’abbraccia, mentre al centro l’eroina è adagiata su un catafalco per le esequie. La scena è ambientata in uno spazio esterno, davanti a una colonna sormontata dalla statua di un giovane eroe nudo e armato, la cui identificazione rimane incerta. Fra la folla, al centro, si avvicina Lucio Giunio Bruto che, insieme ai familiari di Lucrezia, vendicherà la donna incitando il popolo romano a una sommossa che porterà alla cacciata del re e alla proclamazione della Repubblica.
Il tema illustrato, che esalta i casti costumi di Lucrezia, era molto diffuso per la decorazione delle camere nuziali nei palazzi fiorentini del XV secolo, dove trovavano posto forzieri, lettucci e spalliere dipinte. Il pannello dipinto da Filippino Lippi faceva parte di uno di questi arredi e si abbinava ad un’altra tavola con la storia di un’altra eroina romana, Virginia, ora conservata al museo del Louvre, di mano dello stesso artista.
Il dipinto con la storia di Lucrezia è un’opera giovanile di Filippino Lippi, che forse per la composizione prese ispirazione da opere del suo maestro Sandro Botticelli. Filippino conferisce alla narrazione una forte carica emotiva e tensione dinamica, seppure mostri qualche impaccio nell’accordare prospetticamente figure e architetture.