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Teiera a forma di animale di fantasia

Manifattura di Meissen

Data
1727-1730
Collocazione
Museo delle porcellane
Tecnica
Porcellana dorata
Dimensioni
altezza 11 cm
Inventario
Argenti con estimo 1911 n. 1209

Questa teiera dalla bizzarra forma evoca il Fenghuang, la “fenice cinese”, seppur il soggetto raffigurato sia stato rivisitato in chiave occidentale come suggerito dalle fattezze evocanti principalmente un gallo. Con il becco aperto, esso è rappresentato nell’impeto di scagliarsi contro un cane interamente dorato posizionato sul suo dorso con la funzione di pomello del coperchio posto a chiusura della bocca di immissione dell’acqua con l’infuso di tè. La catenella saldata agli estremi della teiera serve ad ancorare il coperchio al resto del contenitore permettendo tuttavia di essere sollevato per versare questa preziosa bevanda, la cui preparazione nella cultura orientale era legata a una cerimonia.

Da terre lontane per il tramite delle Compagnie delle Indie Orientali, costituitesi nel 1602, giunsero in Occidente bevande, spezie, essenze, tessuti e anche le porcellane, che conquistarono le Corti d’Europa, fino a divenire l’identificativo dello status sociale di chi le possedeva.

Il ruolo assunto da questa preziosa ceramica non lasciò indifferente, per primo, il principe Elettore di Sassonia, Augusto il Forte che diede avvio ad una propria produzione di porcellane da impiegare prevalentemente come donativo, per manifestare agli altri regni il suo potere e con questi intessere alleanze. La Manifattura di Meissen da lui fondata nel 1710 prese a modello le porcellane orientali dell’epoca Kangxi, il cui modello della nostra teiera ne costituisce un esempio. Esso risulta annotato negli inventari di vendita della fabbrica tra il 1727 e il 1728, sia nella versione in porcellana che in grés. Rimase in produzione fino al 1735, quando il capo modellatore Johann Joachim Kaendler vi apportò una sostanziale modifica ruotando in avanti la testa dell’animale per impiegare la bocca come beccuccio dal quale versare il tè, che nella versione del nostro esemplare fuoriusciva dal collo mediante l’applicazione di un beccuccio in metallo.

È noto dai documenti che sia Gian Gastone de’ Medici che la sorella Maria Luisa, Elettrice Palatina, avessero una ricca collezione di porcellane della quale a Palazzo Pitti rimane, seppur ridotta, una significativa testimonianza rivelatrice del loro gusto. La teiera qui presentata ne costituisce un esempio. È da ritenersi un dono della moglie del Magravio del Baden, Sybilla Augusta von Sachsen Lauenburg al cognato Gian Gastone.

Testo di
Rita Balleri
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