La spiaggia del Purgatorio. Le anime dei penitenti e Casella
Il Canto II del Purgatorio inizia con l'Angelo nocchiero che traghetta le anime dei morti in grazia di Dio, dalla foce del Tevere alla spiaggia del Purgatorio, da dove i penitenti inizieranno la loro ascesa al monte. Qui Dante incontra l'amico Casella, un musico a cui era sinceramente affezionato in vita, e che gli intona i celebri versi di una canzone.
"Così com’io t’amai
nel mortal corpo, così t’amo sciolta:
però m’arresto; ma tu perché vai?".
[...]
"Nessun m’è fatto oltraggio,
se quei che leva quando e cui li piace,
più volte m’ ha negato esto passaggio;
ché di giusto voler lo suo si face:
veramente da tre mesi elli ha tolto
chi ha voluto intrar, con tutta pace.
Ond’io, ch’era ora a la marina vòlto
dove l’acqua di Tevero s’insala,
benignamente fu’ da lui ricolto.
A quella foce ha elli or dritta l’ala,
però che sempre quivi si ricoglie
qual verso Acheronte non si cala".
[...]
’Amor che ne la mente mi ragiona’.
Purgatorio, II, 88–90; 94–105; 112.