Scoperte e massacri. Ardengo Soffici e le avanguardie a Firenze
La mostra dedicata a Ardengo Soffici, figura centrale nel dibattito artistico e culturale di inizio Novecento, mette in luce l’importante contributo critico e artistico del pittore, scrittore e polemista di origini toscane.
La donazione ricevuta dalle Gallerie degli Uffizi da parte degli eredi di Ardengo Soffici, un autoritratto dell’artista, ha fatto scaturire l’interesse e la conseguente realizzazione di una mostra a lui dedicata, focalizzata sul periodo storico artistico che lo vide protagonista.
Difatti, Ardengo Soffici (Rignano sull’Arno, Firenze 1879 – Vittoria Apuana, Forte dei Marmi 1964) si presenta come un pittore, scrittore, polemista e critico d’arte dal tono diretto ed incisivo che ha voluto concentrare la sua ricerca sul tentativo di aggiornare la pittura figurativa italiana. Non sorprende quindi come il suo lavoro in svariate iniziative culturali (tra cui si annovera la prima mostra italiana dell'Impressionismo allestita a Firenze nel 1910), specialmente nei primi due decenni del Novecento, sia stato fondamentale per infondere un nuovo senso di innovazione e modernità nella quasi fossilizzata, se non del tutto, scena artistica italiana del tempo.
Pertanto, la mostra organizzata nella Galleria delle Statue e delle Pitture degli Uffizi non costituisce l’ennesima esposizione monografica, ma è una vera e propria ricostruzione dell’analisi, della polemica e dell’impegno intellettuale di Soffici che trova la sua controparte visiva in quelle stesse opere che furono difatti fondamentali per la sua ricerca e crescita artistica. Non a caso, la spina dorsale di questa esposizione è proprio il memorabile libro Scoperte e Massacri di Soffici, una raccolta di saggi sull’arte estremamente significativa edita a Firenze nel 1919. L’anno di pubblicazione è infatti decisivo tanto quanto il contenuto simboleggiando come l’Italia, dopo la fine della Prima guerra mondiale, a livello storico artistico si trovasse davanti a un bivio tra le avanguardie europee e l’era del “ritorno all’ordine”. La mostra ripercorre così l’esperienza artistica diversificata di Soffici navigando tra le sue ispirazioni cubiste, cezanniane, espressioniste, futuriste e puramente figurative. Tra le opere esposte, oltre a quelle realizzate dallo stesso artista, ne figurano diverse tra cui alcune di Segantini, Cezanne, Renoir, Picasso, Medardo Rosso, da De Chirico e Carrà e sono state scelte proprio sulla base delle opinioni negative e positive di Soffici nei loro confronti contenute nel libro. Pertanto, l’esposizione racconta l’arte del primo Novecento in un contesto diverso da quello solito della Galleria d’arte moderna di Palazzo Pitti risaltando così il dialogo tra antico e moderno instaurato nelle collezioni medicee, da sempre in evoluzione.
La mostra a cura di Vincenzo Farinella e Nadia Marchioni, così come il catalogo edito da Giunti, è promossa dal Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo insieme alle Gallerie degli Uffizi, la Galleria delle Statue e delle Pitture degli Uffizi e Firenze Musei.