Dolci trionfi e finissime piegature. Sculture in zucchero e tovaglioli per le nozze fiorentine di Maria de' Medici
La mostra prende avvio dal banchetto tenutosi in Palazzo Vecchio la sera del 5 ottobre 1600 per le nozze fiorentine di Maria de’ Medici con Enrico IV di Francia.
Di questo storico evento siamo a conoscenza in maniera dettagliata grazie alla puntuale descrizione che ne dette Michelangelo Buonarroti il Giovane. Difatti, ci sono noti tutti gli allestimenti progettati dall'architetto Bernardo Buontalenti per la tavola regia e per quelle degli ospiti e da Jacopo Ligozzi circa il fantasmagorico mobile, una ‘credenza’ a forma di giglio di Francia, realizzato per presentare agli invitati ben duemila pezzi del tesoro mediceo.
Inoltre, la documentazione archivistica relativa a questa cerimonia ha messo in evidenza il ruolo cardine avuto sia dalle sculture realizzate per l’occasione in zucchero, ‘alimenti decorativi’ concepiti alla stregua di vere e proprie opere d’arte – non a caso esemplificate su illustri prototipi contemporanei dovuti agli scultori fiorentini di fine Cinquecento – sia quello delle virtuosistiche piegature di tovaglioli, ugualmente proposte nel corso del banchetto alla meraviglia dei partecipanti.
Le sculture in zucchero prodotte per il banchetto del 5 ottobre e ricordate dal Buonarroti, alcune di dimensioni considerevoli, ispirate a temi venatori e pastorali, suscitarono l’ammirazione della regina e degli ospiti, qualificandosi come espressione raffinata della genialità degli artefici fiorentini in un’occasione come questa, d’importanza politico-diplomatica senza precedenti per Casa Medici.
Prendendo dunque le mosse da queste nozze e da queste feste, l’esposizione intende rievocare il banchetto con una suggestiva ricostruzione sia della ‘mensa regia’, sia della ‘credenza del giglio’ e del suo arredo.
Fulcro della rievocazione storica è la riproduzione d’alcune di quelle figure in zucchero, oggi dovute alla sapiente manualità di Sarah e Giacomo Del Giudice della Fonderia a Strada in Chianti e delle fantastiche ‘piegature’ di tovaglioli realizzate dal maestro Joan Sallas.
D’indubbia curiosità, in quanto difficilmente visibili a un pubblico di non addetti ai lavori, si qualifica la presentazione in mostra dei conti autografi e delle fatture rilasciate dagli artisti all’amministrazione medicea e relativi ai lavori fatti.
In questo modo, attraverso questi apparati spettacolari, rappresentazioni simboliche ed effimere del fasto mediceo, l’indagine s’apre ad altre categorie, alla sociologia, al costume, all’estetica, all’economia.
La mostra, come il catalogo edito da Sillabe, si deve alla cura di Giovanna Giusti e Riccardo Spinelli ed è promossa dal Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo con la Direzione Regionale per i Beni Culturali e Paesaggistici della Toscana e la Soprintendenza Speciale per il Patrimonio Storico, Artistico ed Etnoantropologico e per il Polo Museale della città di Firenze, la Galleria Palatina e Firenze Musei.