Vasari, gli Uffizi e il Duca
La trasformazione degli Uffizi in una trionfale dichiarazione di architettura e potere politico
Firenze rende omaggio, nel cinquecentesimo anniversario della sua nascita, ad un grande genio del Cinquecento: Giorgio Vasari (1511-1574). La mostra, intitolata Vasari, gli Uffizi e il Duca mette in luce lo stretto rapporto tra il Gran Duca Cosimo I de’ Medici e il suo artista preferito. Un legame che portò alla fondazione di un complesso edilizio senza eguali al mondo: gli Uffizi.
Costruiti nel cuore della città, dove rispecchia la politica assolutistica e accentratrice di Cosimo I, l’edificio fu progettato per ospitare sotto un unico tetto la sede amministrativa di Firenze e le sedi delle corporazioni. A memoria di questa destinazione originaria resta la denominazione di Uffizi, cioè Uffici. L’edificio è di fatto un frammento di città nuova, che sigilla in un unico organismo le due residenze ducali di Palazzo Vecchio (sede del governo) e Palazzo Pitti al di là dell'Arno, imprimendo alla città la presenza fisica del Potere sotto forma di architettura.
Vasari era un pittore, architetto e un artista di corte presso il sovrano della Toscana Cosimi I de’ Medici. La sua visione fu la chiave dell’evoluzione del Cinquecento fiorentino dove i suoi maggiori risultati furono la progettazione degli Uffizi e la decorazione di Palazzo Vecchio.
La mostra si focalizza sui frutti del rapporto fra Vasari e il suo mecenate, Cosimo I. Attraverso dipinti, disegni, sculture, modelli architettonici e installazioni multimediali, la mostra registra la trasformazione di Firenze nel fulcro centrale di un territorio unificato, simile alla capitale di uno Stato moderno.
In pieno spirito rinascimentale, la sete di potere di Cosimo andò di pari passo con la passione per le arti. Riunì intorno a sé i migliori artisti della regione, inclusi Jacopo Pontormo, Bronzino, Benvenuto Cellini e Baccio Bandinelli. Era un ambiente competitivo e Vasari ci mise anni ad entrare nella cerchia ristretta di Cosimo I. Il consolidamento artistico di Vasari andò di pari passo con la sua legittimazione politica, che non fu guidata solo dalla sua produzione artistica, ma anche dal suo lavoro di storico.