Adorazione dei Magi
Cristofano Allori (Firenze 1577 - 1621)
Si tratta di una grande pala d’altare la cui provenienza non è ancora del tutto chiarita, poiché alcuni studiosi hanno ritenuto che fosse stata realizzata nel corso della campagna decorativa del Santuario della Fontenuova a Monsummano, cui Cristofano Allori prese parte nel 1611, mentre altri hanno avanzato l’ipotesi che fosse destinata a uno degli altari del Duomo di Pisa, dove poi aveva trovato posto una seconda versione, eseguita dal suo allievo e collaboratore Zanobi Rosi. La composizione segue un fortunato prototipo di Cigoli noto in diverse versioni ( collezione Hoare a Stourhead; Musei Nazionali di Lucca); in questi dipinti la posizione in diagonale del gruppo della Vergine col Bambino, di radice veneta e poi ampiamente utilizzata dai Carracci e dai pittori padani sul finire del secolo XVI, permette maggiore movimento e ariosità spaziale, anche perché consente l’apertura di squarci anche ampi di paesaggio sul fondo. Nella tela di Allori la materia pittorica densa, i colori forti e scuri, l’espressività profonda e contenuta dei volti dei magi e di Maria, indicano un passaggio importante nella carriera del pittore, che all’indomani del soggiorno romano dimostra di aver meditato a lungo sulle novità dei caravaggeschi e di Rubens. L’opera è incompiuta nella parte inferiore, così come testimonia il biografo Baldinucci che ne attesta il precoce ingresso nelle collezioni granducali, dove risulta documentato nell’inventario di Pitti del 1638.