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Arrotino

Orafo tedesco

Data
Fine del XVII secolo – inizio del XVIII secolo
Tecnica
Oro smaltato, avorio, diamanti, rubini, smeraldo, granato, ametista, cristallo di rocca, ebano e specchio
Dimensioni
Altezza figura 105mm; base 25 x 140 x 100 mm
Inventario
Gemme 1921 n. 2574

La statuetta, in avorio intagliato impreziosito da diamanti, rappresenta un arrotino intento ad affilare la lama di un rasoio su delle mole in pietra dura ed ebano montate sopra una carretta in oro parzialmente smaltato di verde, alla quale sono appesi un mastellino per raccogliere l’acqua e un fodero, sempre in oro, smaltato di verde e blu. Ai piedi del personaggio è seduto un cane pezzato bianco e marrone a smalto miniato con collare tempestato di diamanti. Tutto il gruppo poggia su una lastra di specchio su cui sono disposti un martello, un paio di forbici e uno stoppaccio. La base, a pianta ottagonale, è sostenuta da otto piedini a sfera schiacciata e presenta lungo il bordo incavato un ricco fregio costellato di diamanti e rubini incastonati tra nastri e foglie stilizzate in smalto verde, blu e bianco su fondo puntinato.

L’opera è riconoscibile fra le “galenterie gioiellate”, ovvero i piccoli oggetti realizzati in oro, pietre e altri materiali preziosi, descritte nell’inventario dei beni dell’eredità di Anna Maria Luisa de’ Medici redatto nel 1743. Segretamente inviata a Vienna dal conte Emmanuel di Richecourt, uomo di fiducia del nuovo Granduca di Toscana Francesco Stefano di Lorena, la statuetta fu restituita all’Italia solo dopo la firma del trattato di Saint-Germain al termine della prima guerra mondiale. Come altri manufatti di pregio appartenuti ad Anna Maria Luisa, l’Arrotino entrò a far parte della sua ricca collezione durante gli anni trascorsi a Düsseldorf presso la corte del marito Johann Wilhelm von der Pfalz-Neuburg, principe elettore di grande influenza per i suoi importanti legami con l’Impero asburgico. Gruppi simili a quello del Tesoro dei Granduchi sono conservati nella Schatzkammer di Monaco, nel Grünes Gewölbe di Dresda e all’Ermitage di San Pietroburgo. Il pezzo fiorentino è inoltre confrontabile con un esemplare già di proprietà della principessa Salimah Aga Khan, le cui parti in oro sono state ricondotte all’orafo Johann Heinrich Köhler con una datazione intorno al 1710-1720. A questo stesso maestro, gioielliere di Augusto II di Polonia, è stata assegnata anche la montatura dell’Arrotino dell’Elettrice Palatina, forse da mettere in relazione con la moda delle “Wirtschaften” o osterie, feste in costume diffusesi alla fine del XVII secolo in Sassonia e Prussia. In particolare è stato ipotizzato che la figura del Tesoro dei Granduchi abbia fatto parte di un gruppo di statuette commissionate nel 1690 ad artisti diversi di considerevole abilità da Sofia Carlotta, moglie di Federico di Brandeburgo, futuro re di Prussia, per farne dono ai suoi ospiti in occasione della “Scherenschleifer-Wirtschaft”, festa di corte interamente dedicata alla figura dell’arrotino.

Testo di
Maria Sframeli
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