Bacco fanciullo
Giovanni Mannozzi, detto Giovanni da San Giovanni (San Giovanni Valdarno 1592 – Firenze 1636) (attr.)
Il protagonista del dipinto è un ragazzo dai capelli rossi che innalza una bottiglia piena di vino appena spillato dalla botte sulla quale è seduto. Il suo sorriso inebetito e le guance arrossate indicano il suo stato di ebbrezza e spiegano così il significato della tela: il giovane è Bacco, dio del vino e dei convivi, qui ritratto negli abiti del tempo, e quindi calato in una situazione di festa campestre. Proprio l’atmosfera giocosa della scena rimanda alla tradizione pittorica degli artisti fiorentini di primo Seicento che volentieri si dedicavano a temi burleschi e caricaturali. Tra di loro è opportuno ricordare Baccio del Bianco, Pandolfo Sacchi e soprattutto Giovanni da San Giovanni, che insieme hanno lavorato a Casa Buonarroti e presso la Villa di Mezzomonte per il cardinal Giovan Carlo de’ Medici. Il Bacco può essere attribuito per motivi di stile proprio a quest’ultimo. Nell’ambito di questo genere di pittura incline al grottesco, opere come questa erano talora usate per rappresentare proverbi, detti popolari o addirittura allegorie dei cinque sensi: in questo caso si tratterebbe di un’allusione al senso del Gusto. Altri dipinti molto simili, presenti ad esempio nella Villa di Mezzomonte, suggeriscono inoltre l’ipotesi che diversi modelli grafici o plastici di tali soggetti fossero presenti nelle botteghe e dunque a disposizione dei giovani artisti che vi lavoravano, come fonte di ispirazione per le loro creazioni.