Madonna col Bambino e angeli (Madonna del Magnificat)
Sandro Botticelli (Firenze 1445 -1510)
Incoronata dagli angeli, la Vergine è raffigurata seduta in trono, in atto di scrivere su un libro, sotto la guida del figlio, il cantico “Magnificat anima mea Dominum” (La mia anima magnifica il Signore), da cui deriva il titolo con cui quest’opera è nota. In grembo alla madre, Gesù Bambino sfiora una melagrana, frutto dai molteplici significati simbolici, i cui chicchi rossi richiamavano il sangue versato da Gesù per la salvezza dell’umanità. La scena si svolge davanti a una finestra che si apre su un chiaro e sereno paesaggio campestre; in alto, la cornice in pietra serena crea un diaframma divisorio fra il regno celeste e il mondo terreno. Il tema sacro assume comunque connotazioni quasi mondane nell’eleganza dell’acconciatura di Maria e degli angeli, questi ultimi privi di ali come in vari altri dipinti di Botticelli. Sui capelli biondi rischiarati dalla finitura d’oro, la Vergine indossa veli trasparenti sotto il maphorion riccamente ornato, mentre le capigliature e le vesti degli angeli sono ispirate alla moda seguita dai giovani rampolli delle agiate famiglie fiorentine del tardo Quattrocento. L’originalità dell’invenzione, la sofisticata eleganza delle vesti e delle acconciature, la grazia del volto assorto di Maria, hanno reso celebre nei secoli l’invenzione di Botticelli, le cui figure incarnano un ideale di bellezza molto apprezzato nel XX secolo.
Non sappiamo quale fosse l’originale destinazione del dipinto, acquistato nel 1784 da una collezione privata. La forma della tavola, un tondo, era riservata nel Rinascimento ad opere destinate al mondo laico, innanzitutto alle dimore signorili, ed erano spesso commissionate in occasione di matrimoni e nascite. Oppure, viste le considerevoli dimensioni del dipinto, alla sede di una magistratura della Repubblica fiorentina, fra i cui arredi non di rado comparivano immagini sacre.