Busto di giovane donna di profilo
Raffaello Sanzio (Urbino 1483 - Roma 1520)
Sul recto in alto a destra, a matita nera ‘57.’; sul verso in alto a sinistra, a matita nera, in grafia ottocentesca ‘57’; sul verso in basso, a matita nera, in grafia ottocentesca ‘57 esp già Raffae[llo] […] o Timoteo / ed ora Piero di Cosimo?’; sul verso in basso a destra, a matita nera, in grafia moderna ‘57 E’
Si tratta di uno dei più raffinati disegni realizzati dal giovane Raffaello in corrispondenza del suo trasferimento a Firenze, avvenuto tra il 1504 e il 1505. L’opera, in passato ritenuta dello scultore fiorentino Mino da Fiesole, si ispira nel soggetto e nell’impianto compositivo ai celebri ritratti femminili dipinti nel corso della seconda metà del Quattrocento da Piero del Pollaiolo e da Domenico del Ghirlandaio, reinterpretati però in senso maggiormente plastico e tridimensionale.
Sebbene si preannuncino già le caratteristiche dell’individualità artistica di Raffaello, permangono ancora impliciti rapporti con il linguaggio disegnativo di matrice umbro-marchigiana maturato durante il fondamentale periodo di collaborazione con il Perugino. La regolarità geometrica, quasi modulare, della testa e del busto della figura parrebbe rimontare a sua volta a sedimentati modelli afferenti alla tradizione artistica urbinate. Oltre a suggestioni da Piero della Francesca, l’opera sembrerebbe infatti testimoniare una riflessione sulle essenziali ed eleganti volumetrie dei busti-ritratto eseguiti dallo scultore Francesco Laurana sul finire del Quattrocento per la corte di Federico da Montefeltro, con ogni probabilità ammirati da Raffaello.
Sul verso del foglio compare un approssimativo ricalco a penna del disegno sul recto, eseguito da un ignoto disegnatore.