Cinghiale
Arte romana
Fra le sculture più apprezzate della Galleria, il Cinghiale deve gran parte della propria notorietà anche alla sua più famosa replica in bronzo (il cosiddetto “Porcellino”), realizzata nel Seicento dallo scultore Pietro Tacca per Cosimo II de’ Medici e posta poi come decorazione nella Loggia del Mercato Nuovo.
La scultura oggi agli Uffizi fu rinvenuta a Roma nel 1556, alle pendici dell’Esquilino, e, dopo un primo restauro, giunse poi a Firenze nel 1568, insieme con due statue di Cani Molossi, come dono di Papa Pio IV al Duca Cosimo I de’ Medici, che lo fece collocare in un primo momento a Palazzo Pitti. Per la straordinarietà della sua lavorazione, fu fin da subito definito “cinghiale greco”, anche se deve essere più verosimilmente inteso come opera di un artista del II-I secolo a.C., ispirato a un modello greco in bronzo del periodo ellenistico (300-200 a.C.), probabilmente facente parte in origine di un gruppo scultoreo legato al tema della caccia. Lo scultore dimostra con quest’opera non solo di conoscere perfettamente l’aspetto di un cinghiale maschio adulto (le zanne lunghe di restauro sono andate perdute), ma di essere anche perfettamente consapevole del suo comportamento in natura. L’animale, infatti, è colto in un atteggiamento del tutto realistico: l’avvicinarsi del cacciatore ha risvegliato il cinghiale che, impaurito, si rizza sulle zampe anteriori fiutando l’aria. Opere come queste testimoniano della nascita di un nuovo interesse verso il mondo animale che, con i primi bestiari realizzati fra II e I secolo a.C., porterà alla nascita dei primi trattati di etologia.
Modello 3D realizzato in collaborazione con Indiana University. Visita: http://www.digitalsculpture.org/florence/