Madonna in adorazione di Gesù Bambino
Antonio Allegri, detto il Correggio (Correggio, Reggio Emilia 1489 c. – 1534)
Antonio Allegri, conosciuto come Correggio, dal nome del suo paese natale, può essere considerato il principale artefice del rinnovamento della pittura emiliana del primo Cinquecento. Dopo una prima esperienza nell’ambiente mantovano, dove ebbe modo di studiare l’illusionismo prospettico e il recupero del classicismo del Mantegna, arricchì la sua formazione con la conoscenza dello sfumato leonardiano e del tonalismo veneto, approdando ad una pittura vivace e fresca, incentrata sulla rappresentazione della tenerezza degli affetti, capace di conquistare lo spettatore con l’affabile spontaneità dei suoi personaggi e la preziosa delicatezza delle gamme cromatiche.
L’origine di questo dipinto non ci è nota, ma è certo che doveva essere considerato uno dei capolavori del pittore se il duca di Mantova, Ferdinando Gonzaga, lo scelse per farne dono al granduca Cosimo II de’ Medici. L’opera giunse agli Uffizi nel 1617 e fu collocata in Tribuna dove rimase fino al 1848. Nella celebre veduta della Tribuna degli Uffizi del 1772 del pittore inglese Joahnn Zoffany l’opera occupa un posto di tutto riguardo accanto alla Madonna della seggiola di Raffaello.
Il soggetto del dipinto aveva conosciuto una certa fortuna nel Quattrocento attraverso le opere di Filippo e Filippino Lippi che ne avevano realizzate più versioni. L’iconografia deriva dalla visione della nascita di Gesù che Santa Brigida di Svezia ebbe a Betlemme nel 1372. Nelle sue Rivelazioni la Santa racconta che “la Vergine si tolse i calzari […] si inginocchiò in atteggiamento orante, le mani protese in avanti e, d’un tratto, in un istante mise al mondo suo Figlio. Sul suolo all’improvviso comparve il neonato e da lui si irradiò una luce ineffabile. Quando Maria senti di aver generato il Bambino, lo salutò con queste parole: sii il Benvenuto, o mio Dio, Signore e mio Figlio” Nell’atmosfera chiara e rarefatta dell’alba, una bella e dolce Madonna si inginocchia di fronte a Gesù appena nato contemplandolo con tenerezza. Il Piccolo ricambia lo sguardo della madre allungando la manina nel tentativo tipicamente infantile di afferrarle la veste. Il loro intimo legame è sottolineato dall’invenzione di adagiare il neonato sopra un lembo del manto materno.
Con pochi semplici gesti, Correggio riesce magistralmente a comunicare allo spettatore il tenero scambio di affetti tra Maria e suo Figlio.