Demetra
Arte romana
L’opera, giunta a Firenze nel 1569 come dono di Papa Pio V a Francesco I de’ Medici, presenta notevoli integrazioni sia per quanto riguarda le braccia e la mano sinistra, sia nelle dita del piede destro; la mano destra e il piede sinistro sono invece antichi, così come il corpo della statua, mentre il collo e la testa sono moderni. La figura femminile, verosimilmente da identificare come una dea dal carattere matronale, flette leggermente la gamba sinistra, che appare sotto la veste lunga e leggera (chitone), mentre sulle spalle indossa un peplo coperto a sua volta da un mantello. Il braccio sinistro, levato in alto, doveva forse reggere in origine uno scettro o una torcia. Nonostante sia dibattuta l’identificazione del soggetto (Hera, Hestia, Latona), si tende oggi a riconoscervi una effige di Demetra, la signora delle messi e protettrice del raccolto figlia di Crono e Rea, in un’elaborazione dell’età imperiale che prende le mosse da un archetipo greco databile fra 420 e 300 a.C.
A. Romualdi (a cura di), Studi e restauri. I marmi antichi della Galleria degli Uffizi, III, Firenze, Polistampa, 2010 (con contributi di E. Bazzechi, La Demetra degli Uffizi, pp. 76-91) e bibliografia precedente.