Dispensa con testa e piede di porco, testa di vitello tacchino, pollame e altre vivande
Jacopo Chimenti, detto l’Empoli (Firenze 1551 - 1640)
Quasi al centro del dipinto, sotto i due volatili appiccati ad un gancio, si individua una grossa chiave con un cartellino su cui si legge abbastanza facilmente la data “1621” e con difficoltà si individuano altre lettere di un’iscrizione lacunosa, decifrata faticosamente con il nome dell’autore Jacopo da Empoli. L’opera viene generalmente indicata en pendant con la Natura morta chiaramente firmata dall’Empoli e datata 1624 (inv. 1890 n. 8441) anche perché provenienti dalla medesima collezione privata di Giacomo Arbanasich dal quale furono acquistate nel 1922.
I due dipinti - che mostrano però alcune diversità di tecnica pittorica e anche una lieve differenza nell’impostazione compositiva – sono spesso indicati sinteticamente col nome generico di ‘Dispense’ facendo riferimento agli ambienti dedicati alla conservazione dei cibi di cui tutti i grandi palazzi nobiliari erano dotati in passato.
La natura morta esibisce, sopra un semplice tavolo in parte coperto da una piccola tovaglia stesa di sbieco, una gran varietà di cibarie tra le quali si notano una testa di porco e una di vitello, una grossa zampa di maiale, un galletto, salsicce e ancora agli, un mezzo limone, una forma di formaggio intaccata, insieme ad un bricco di peltro, un fiasco impagliato, un coltello appena in bilico sul tavolo ( elemento che compare anche nell’altra Natura morta dell’Empoli); sulla parete sono invece sospesi vari utensili da cucina , diverse capi di selvaggina e pollame con le interiora in vista e ancora un pezzo di arista pendente vicino ad un grosso grappolo d’uva nera. Non si possono escludere in questa natura morta, come in altre consimili dello stesso periodo alcuni significati simbolici nascosti, con riferimenti alla vacuità dei beni terreni e dei piaceri umani. Su questi aspetti prevale però una nitida e talora impressionante osservazione del reale nei suoi elementi di vita quotidiana.
Dispensa con botte, selvaggina, carni e vasellami
Jacopo Chimenti, detto l’Empoli (Firenze 1551 -1640)