Il Genio della Scultura
Livio Mehus (Oudenaarde 1627-Firenze 1691)
“GENIO”
Il giovane in primo piano, che si è ritenuto essere lo stesso Mehus, indica allo spettatore tre celebri sculture antiche dietro di lui: una versione in bronzo di una statua di Minerva, la Colonna Traiana e la parte inferiore di una celeberrima statua di Ercole a riposo nota come Ercole ‘Farnese’. Il piccolo genietto coronato d’alloro in basso a sinistra, è tutto intento a disegnarle e così l’intera scena vuole spiegare che solo attraverso lo studio instancabile e diretto della scultura antica un giovane aspirante artista può arrivare a conoscere i segreti della forma e della materia. Questo soggetto ebbe molta fortuna nel Seicento, ricollegandosi ai temi stoici sulla finitezza del destino umano cui si contrappone l’immortalità del Genio - artista.
Il dipinto rientra nella produzione di soggetti moraleggianti cui Livio Mehus attese negli anni ’50 del Seicento, dopo un soggiorno romano speso tra lo studio dell’antico, insieme a Stefano della Bella, e la frequentazione della bottega di Pietro da Cortona. Nella produzione di questo periodo, di cui fa parte anche una tela con il Genio della Pittura, oggi a Madrid, Museo del Prado, o Il cieco di Gambassi (coll. Privata) il pittore metteva a frutto l’esperienza dei viaggi di formazione tra Venezia e Roma, intrecciando il gusto per il colore e la ricchezza tonale dei pittori di laguna con la classicità ariosa dell’arte romana.