Ritratto di giovane donna con un ‘petrarchino’
Andrea d'Agnolo, detto Andrea del Sarto (Firenze 1486 – 1530)
La giovane donna, colta di tre quarti, siede appoggiando il braccio destro allo schienale e volge lo sguardo allo spettatore accennando un sorriso leggero e invitante. Sul fondo scuro risaltano l’abito blu dalle ampie maniche e la camicia bianca, ornata da un pendente a fiori. Tra le mani tiene un ‘petrarchino’, ovvero una copia a stampa del Canzoniere di Francesco Petrarca, una tipologia di libro che ottenne larga diffusione nel Cinquecento grazie alle dimensioni contenute, adatte al privato godimento letterario. La dama indica la pagina con i sonetti n. 153 “Ite caldi sospiri al freddo core” e n. 154 “Le stelle, il cielo e gli elementi a prova”. I due testi rimandano il primo alla inquietudine dei sentimenti amorosi, il secondo all’esaltazione della bellezza della donna amata, di cui si evocano i begli occhi e l’intensità dello sguardo. Non conosciamo il nome della dama; secondo alcuni potrebbe essere il ritratto della moglie d Andrea, Lucrezia, mentre per altri si tratta di Maria del Berrettaio, figlia di primo letto di Lucrezia. In questo ritratto intenso, in cui spicca la ricca gamma di varianti di blu, Andrea guarda agli esempi più vicini della ritrattistica non solo fiorentina ma anche romana, da Raffaello ai veneziani, come Sebastiano del Piombo, o Lotto, dai quali desume il senso più libero e intimo della rappresentazione. Il dipinto era esposto in Tribuna fin dal 1589, con una attribuzione a Pontormo.