Giove assiso
Baccio Bandinelli (1493 - 1560)
La scultura fino al 1824 si trovava alla villa medicea di Pratolino e fino agli inizi del Novecento è stata considerata un antico marmo greco. L’opera pur con le diverse manomissioni subite nel corso del tempo, tradisce la grande passione per l’antico coltivata da Baccio Bandinelli a partire dai suoi soggiorni romani. Inizialmente doveva rappresentare Dio Padre ed era destinata al coro di Santa Maria del Fiore; nel 1587 era stata già riutilizzata quale elemento di una fontana e rielaborata come Giove, con l’aggiunta di un fascio di saette nella mano sinistra e di un’aquila in marmo nero oggi non più presente. Tuttora è riconoscibile, tra la base della schiena e la spalla destra, un solco che doveva servire per l’inserimento di una tubatura che permettesse il passaggio dell’acqua.
Oltre all’interesse per la scultura antica, l’opera tradisce l’attenzione di Bandinelli alla produzione di Donatello, il cui San Giovanni Battista (oggi Museo dell’Opera del Duomo, Firenze) sembra volutamente citato nella compostezza della figura, reinterpretata però con un eccesso di rigidità.