San Sebastiano

Opera dell’artista di scuola bolognese Giovanni Francesco Barbieri detto il Guercino, il dipinto raffigura San Sebastiano, ufficiale della guardia pretorianadell’imperatore Diocleziano, condannato al martirio per mano degli arcieri perché ne fu scoperta la fede al cristianesimo. Il giovane sopravvisse a questo supplizio e fu curato fino alla guarigione dalla santa donna Irene, che era andata a prelevarne il corpo per seppellirlo. Sebastiano morì in seguito ad una seconda condanna al martirio, operato stavolta per flagellazione.

La tela appartiene alla fase tarda, ma pur sempre feconda e stilisticamente felice dell’artista e fu realizzato per commissione del Principe di Pesaro al fine di donarlo al cardinale Giovan Carlo de’ Medici, come risulta da una lettera dell’agosto 1653, conservata presso l’archivio di Stato di Firenze. Il dono fu sicuramente apprezzato in quanto l’omaggiato era un grande ammiratore della scuola pittorica bolognese e decise di collocare il dipinto nella sua residenza fiorentina, quel Casino degli Orti Oricellari in via della Scala, ricevuto in dono dal fratello granduca Ferdinando II e da lui trasformato in uno scrigno di capolavori artistici.

L’ambientazione della scena in un oscuro paesaggio, illuminato da scenici squarci di luce, pone in maggiore evidenza il giovane corpo del martire, chiaramente realizzato ispirandosi ad un torso antico ma senza tralasciare quell’evidenza naturalistica che lo rende così efficacemente commovente per chi lo contempli. L’angelo in alto a sinistra sembra voler consolare Sebastiano in un significativo e toccante dialogo di sguardi, reso ancor più patetico dalle luci che circondano l’angelo e incorniciano gli occhi del martire.