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Le maraviglie dell'arte, overo le vite de gl'illustri pittori veneti, e dello stato

Carlo Ridolfi (Lonigo (Vicenza) 1594- Venezia, 1658)

Data
1648
Collezione
Libri e Archivi
Collocazione
Biblioteca degli Uffizi
Tecnica
Volumi a stampa
Dimensioni
h. 22 cm
Inventario
Rari 45, n. 1886
Iscrizioni
Su entrambi i frontespizi dell’esemplare sono presenti timbri inchiostrati “Bibl.Caes.Med. Palat.” e timbri ovali con la scritta “R. Galleria di Firenze” sormontata da corona.

Titolo esteso: Le maraviglie dell'arte, overo le vite de gl'illustri pittori veneti, e dello stato. Ove sono raccolte le opere insigni , i costumi, & i ritratti loro. Con la narratione delle historie, delle favole, e delle moralità da quelli dipinte. Descritte dal cavalier Carlo Ridolfi. Con tre tavole copiose de’ nomi de’ pittori antichi, e moderni, e delle cose notabili, in Venetia, presso Gio.Battista Sgava, all’insegna della Toscana, 1648, parte prima[-seconda]. Altro titolo: Delle maraviglie dell’arte, overo delle vite de gl’illustri pittori veneti, e dello Stato.

Da quanto scrive egli stesso nell’autobiografia posta in appendice alle sue Maraviglie dell’arte, Carlo Ridolfi nacque a Lonigo, nella provincia vicentina, da una famiglia di umili origini. Iniziò presto a dipingere sotto la guida di un artista tedesco, per venir poi mandato a bottega, a Venezia, presso il pittore Antonio Vassilacchi detto l’Aliense. Dopo un apprendistato di cinque anni, riuscì a lavorare come pittore in proprio, sia a Lonigo, Verona, Treviso che a Venezia. Dopo la peste del 1630, avendo perso molti dei suoi primi committenti, Ridolfi iniziò a frequentare la veneziana Accademia degli Incogniti. Purtroppo la sua umile condizione non gli permetteva di essere ammesso nei ranghi accademici. Tuttavia i suoi amici accademici gli commissionarono diversi incarichi come ritrattista ed incisore di antiporte librarie. Inoltre, poiché capitava che egli si cimentasse anche in composizioni letterarie e poetiche, gli suggerirono di dedicarsi al genere letterario delle biografie illustri. Carlo Ridolfi iniziò allora a concepire il suo progetto di scrivere una raccolta di biografie di artisti veneti, in risposta alle Vite vasariane, probabilmente incoraggiato anche dal tipografo Bernardo Giunti, erede dei tipografi che avevano stampato la seconda edizione delle Vite vasariane e che, proprio in quegli anni, risiedeva a Venezia.

Le Maraviglie dell’Arte, pubblicate nel 1648, furono subito molto apprezzate per la gran quantità di notizie sugli artisti veneti, spesso di prima mano, che Ridolfi vi riportava. L’opera era pregevole anche per le notizie sull’ambiente dei collezionisti e dei mercanti d’arte locali, che Ridolfi dimostrava di conoscere molto bene, forse per le sue occasionali attività di “sensale” e intermediario nel mercato dell’arte a Venezia. Pur criticando la visione toscano-centrica dell’arte proposta da Giorgio Vasari nelle Vite e rivendicando, per gli artisti veneti, pari dignità rispetto agli artisti toscani, nelle sue Maraviglie dell’arte Ridolfi si ispirò, in maniera evidente, al precedente della seconda edizione delle Vite vasariane: non solo la struttura generale dell’opera è molto simile, ma analoga risulta anche la cura dell’aspetto artistico della pubblicazione, in cui alcuni dei ritratti incisi degli artisti veneti, che precedono il racconto della loro vite, furono eseguiti su disegno del Ridolfi.

Bibliografia

A.Polati, ad vocem “Ridolfi, Carlo”, in, Dizionario Biografico degli Italiani, vol. 87, Roma, 2016, pp. 440-443;A. Polati, Il cavalier Carlo Ridolfi (1594-1658). La vita e l’opera pittorica, Vicenza, 2010;C.Basagni, Le fonti per la conoscenza delle donne pittrici e musiciste, in Con dolce forza: donne nell’universo musicale del Cinque e Seicento, catalogo della mostra (Ponte a Ema, Bagno a Ripoli (Firenze), Oratorio di Santa Caterina delle Ruote, 8 marzo-13 maggio 2018), a cura di L. Donati, Firenze, 2018, p. 89-94.

Testo di
Carla Basagni
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