Spinario
Arte romana
La statua ritrae un fanciullo nudo assiso su una roccia, intento a togliersi una spina dal piede, probabilmente conficcatasi mentre il ragazzo stava schiacciando l’uva in occasione della vendemmia. Era un motivo molto diffuso e noto nell’antichità, probabilmente creato in Grecia nel III secolo a.C.. Da lì giunse a Roma dove venne replicato per raffigurare Ascanio, figlio di Enea e, secondo il mito, progenitore della dinastia a cui appartennero Giulio Cesare e Augusto.
Una curiosità: la prima volta che in epoca moderna si vide questa scultura fu attorno alla fine del XII secolo, a Roma: si trattava di una copia in bronzo, forse un originale (oggi conservato nei Musei Capitolini di Roma), scoperto per caso da un viaggiatore inglese. Fu da quel momento più volte replicato e divenne fonte di ispirazione anche di scultori moderni. Forse fu proprio la freschezza della scena, raffigurata con discreta eleganza, a fare del giovinetto indaffarato un motivo tanto interessante da replicare.
Il nostro Spinario risale al I sec a.C.: lo sguardo intento rivolto al piede sofferente, i capelli che accarezzano il collo e la fronte, le forme del corpo delicatamente modellate a ritrarre un corpo di giovinetto con i muscoli tesi nel difficile compito di non provare dolore.
Palazzo Pitti. La reggia rivelata, Catalogo della mostra (Firenze, Palazzo Pitti, 7 dicembre 2003-31 maggio 2004), a cura di M. Chiara Monaco in G. Capecchi, D. Heikamp, A. Fara, V. Saladino, Firenze 2003, p. 650, n. 180 (in scheda)