Ninfa con pantera
Arte romana
Si ritiene che questa statua debba essere identificata con la “Diana con pardo”, ricordata da Vasari nella Sala delle Nicchie di Palazzo Pitti. Entrata a far parte delle collezioni medicee verso la metà del Cinquecento, e probabilmente collocata agli Uffizi sul finire dello stesso secolo, l’opera ha subito nei secoli numerosi restauri: sono infatti frutto di integrazione la testa e il collo della statua, il braccio e il seno sinistri, e ancora la mano e la gamba destre, così come pure la testa della pantera (pertinente tuttavia al corpo). Già ritenuta una Diana cacciatrice, e poi ancora una Menade, in tempi più recenti si è proposta per questa scultura l’identificazione con una ninfa di gusto alessandrino, il cui affiancamento alla pantera potrebbe essere letto come un rimando all’ambito venatorio dell’Egitto ellenistico. L’opera deve comunque essere intesa come la rielaborazione eclettica di un artista romano, collocabile fra I e II secolo d.C.
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