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Ninfa seduta

Arte romana

Data
II sec. d.C.
Collezione
Scultura
Collocazione
Secondo corridoio
Tecnica
Marmo pentelico
Dimensioni
h. 101 cm
Inventario
1914 n. 19

L’opera rappresenta una Ninfa seduta su di una roccia, nuda dalla vita in su e con le gambe accavallate coperte da un elegante panneggio, nell’atto di portare la mano destra verso il piede sinistro. Questo gesto, in precedenza inteso come l’atto di cavarsi una spina dal piede, è oggi comunemente interpretato come l’aggiustamento o la rimozione di un sandalo, sebbene questo elemento/accessorio sia andato perduto con i restauri. Questo tipo statuario è noto in poco meno di quaranta repliche databili tra il I secolo a.C. e il III secolo d.C. , tutte derivanti da un prototipo risalente al periodo tra il III e la fine del II secolo a.C. In particolare la nostra, in ragione della lavorazione del panneggio, sarebbe databile al II secolo d.C.

Il confronto con altre repliche consente – tra le altre cose – di constatare come i restauri post-antichi abbiano alterato l’aspetto di questa scultura. La testa e il collo, la mano destra con il polso, l’indice della mano sinistra, il ginocchio sinistro, i piedi comprensivi dei malleoli e la parte anteriore della base sono frutto di un rifacimento moderno, così come un piccolo frammento del mantello e il tassello che, in corrispondenza del gomito sinistro, permette la ricomposizione dei frammenti del braccio. In particolare, riguardo alla testa, nell’archetipo essa doveva essere volta con decisione verso la propria destra e l’acconciatura era probabilmente più semplice, presentando solo un nodo sul retro del capo. Quest’ultimo elemento, espressione del legame con una natura selvaggia e incontaminata, insieme con il sorriso con i denti ben visibili e la presenza della roccia, contribuisce all’identificazione dell’originale con una Ninfa o una Menade, una delle seguaci di Dioniso.

Attestata fin dagli inizi del Cinquecento a Palazzo Caffarelli a Roma e poi identificata con una statua ricordata nel 1568 da Vasari nella Sala delle Nicchie di Palazzo Pitti, la Ninfa seduta risulta collocata nel terzo corridoio a partire dal XVIII secolo secondo gli inventari delle Gallerie degli Uffizi (inv. 1704 – 14 [BGU, Ms 82], n. 156).

Bibliografia

E. Ghisellini, “L’invito alla danza”. Osservazioni sulla tradizione copistica del gruppo in margine a una testa inedita della ninfa nel Museo Nazionale Romano , p. 64 e nota 23; p. 65 e nota 27; pp. 73 – 75, in “RdA”, 41, pp. 61 – 80, 2017; J. Habetzeder, The invitation to the Dance. An intersexual reassessment , p. 427; pp. 443 – 450, in “Opuscula. Annual of the Swedish Institutes at Athens and Rome”, 14, pp. 419 – 463, 2021; A. Muscillo, 1. Ninfa seduta in Divina Simulacra. Capolavori di scultura classica della Galleria degli Uffizi , catalogo della mostra (Firenze, Gallerie degli Uffizi, 12 dicembre 2023 – 30 giugno 2024), a cura di F. Paolucci, Livorno, 2023, pp. 16 – 19 e bibliografia precedente

Testo di
Ambra Famiglietti
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