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Satiro danzante (detto anche con kroupezeion)

Arte romana

Data
I secolo d.C.
Collezione
Scultura
Collocazione
A16. Tribuna
Tecnica
Marmo docimeno
Dimensioni
h. cm. 143
Inventario
1914 n. 220

La scultura raffigura un satiro colto in un vivace passo di danza, mentre batte il tempo con una nacchera da piede (in greco kroupezeion). La parte antica della scultura comprende il corpo inclusa la base, mentre la testa e le braccia, incluso il crotalo stretto nella mano destra, si debbono ad un’integrazione cinquecentesca.

Questo splendido marmo appartenne alla ollezione del prelato romano Eurialo Silvestri (Ronchetti 2009), dove lo ricorda anche l’Aldovrandi (1556 p. 278). Passato brevemente da Villa Giulia, il marmo fu poi acquistato dai Medici già sul finire del XVI secolo, per poi essere portato a Firenze nei primi anni del XVII secolo (Cecchi-Gasparri 2009 p. 388). Negli ultimi anni di quel secolo fece finalmente il suo ingresso in Tribuna per essere accolto nel novero delle più celebri sculture della collezione granducale.

Il satiro danzante deve essere idealmente completato con la figura di una ninfa seduta, così da comporre un gruppo noto come “l’invito alla danza” (Ghisellini 2017). Nelle collezioni degli Uffizi si conserva anche una replica del tipo della Ninfa seduta (inv. 1914 n. 190), attualmente esposta nel secondo corridoio. Il gruppo fu ampiamente copiato in epoca imperiale per essere destinato all’arredo di ville suburbane e residenze di lusso, anche se non mancano attestazioni in contesti termali (Ghisellini 2017 pp. 65-66). Ad oggi sono note ben trentun repliche della figura del satiro e trentotto della ninfa (Ghisellini 2017 pp. 77-70).

Per quanto riguarda l’archetipo, le strette affinità formali con il piccolo donario pergameneo, inducono ad una sua datazione alla metà del II secolo a.C. (Meischner 2003 pp. 308-309). La raffigurazione del gruppo sul retro di monete coniate a Cizico, in Bitinia, ha fatto ritenere che, ancora in età imperiale, l’originale fosse conservato in quella antica colonia greca affacciata sul Mar di Marmara (Mosch 2007 pp. 115-118).

 

 


 

 

Bibliografia

U. Aldovrandi, Delle statue antiche che per tutta Roma e in diversi luoghi e case particolari si veggono, Venezia 1556; F. Haskell – N. Penny, Taste and Antique. The Lure of Classical Sculpture, 1500-1900, New Haven – London 1981; J. Meischner, Die Skulpturen des Hatay Museums von Antakya, JdI 118 (2003), pp. 285-339; H. C. Mosch, Eine “Aufforderung zum Tanz” in Kyzikos und Pautalia. Der Beitrag der Münzen zum Verständnis eines hellenistischen Meisterwerk, JNG 57 (2007), pp. 91-125; A. Cecchi, C. Gasparri, La Villa Médicis, Le collezioni del cardinale Ferdinando, IV, I dipinti e le sculture, Roma 2009; E. Ronchetti, Sulla collezione di antichità di Eurialo Silvestri, Ricerche di Storia dell’Arte, 1/2009, pp. 77-87; E. Ghisellini, L’invito alla danza: osservazioni sulla tradizione copistica del gruppo in margine ad una testa inedita della ninfa nel Museo Nazionale Romano, Rivista di Archeologia, XLI (2017), pp. 61-80.

     

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 


 

 

Testo di
Fabrizio Paolucci
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