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Le tre Grazie

Francesco Morandini, detto il Poppi (Poppi, Arezzo 1544 – Firenze 1597)

Data
1570 c.
Collezione
Pittura
Collocazione
D16. Studiolo classico
Tecnica
Olio su rame
Dimensioni
30 x 25 cm
Inventario
1890 n.1471

Figlie di Zeus e di Eurimone, le tre fanciulle sono la personificazione della bellezza e della grazia femminile. Il poeta greco Esiodo nella sua Teogonia ricorda i loro nomi: Eufrosine (la Gioia), Aglae, (lo Splendore) e Talìa, (la Prosperità).

Seguendo l’iconografia tradizionale di origine ellenico-romana, il Poppi le raffigura nude, secondo la consuetudine classica che vedeva nel nudo femminile la rappresentazione della bellezza ideale che non necessita di orpelli; disposte in cerchio, con la figura centrale di spalle, le altre due rivolte verso lo spettatore, le tre donne intrecciano le mani in una sorta di danza che simboleggia l’armonico circolo dell’amicizia.

Francesco Morandini, detto il Poppi, allievo del Vasari, apparteneva alla cerchia di artisti attivi alla corte medicea nel circolo intellettuale e sofisticato creatosi attorno al principe Francesco e all’erudito Don Vincenzo Borghini nei primi anni Settanta del Cinquecento.Tra i dipinti realizzati dal Poppi per Francesco figura una rappresentazione dell’Età dell’oro: il soggetto faceva parte di una serie di “invenzioni” che il Borghini aveva elaborato partendo da episodi tratti dalla mitologia classica e dalle Metamorfosi di Ovidio, il cui intento era quello d celebrare i “talenti” fiorentini e il buon governo mediceo. Il Poppi fu inoltre tra gli artisti che, sotto la supervisione del Vasari, furono incaricati di tradurre in pittura il complesso programma iconografico elaborato dal Borghini per lo Studiolo di Francesco in Palazzo Vecchio, realizzato tra il 1570 e il 1572.Questo dipinto a olio su rame si inserisce dunque nel filone di quelle opere di piccole dimensioni a tema mitologico, destinate ad un uso privato, particolarmente apprezzate dal principe Francesco e dalla sua corte.

Dal punto di vista stilistico l’opera risente fortemente del ‘monumentalismo’ di Michelangelo, addolcito tuttavia da un modellato morbido e rotondo, declinato in pose eleganti e raffinate tipiche del linguaggio del Poppi.

Testo di
Monica Alderotti
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