David con la testa di Golia
Guido Reni (Bologna 1575 -1642)
Al pittore bolognese Guido Reni viene spesso riconosciuto il merito di aver codificato nel Seicento un tipo di bellezza ideale e ‘classico’, incentrato sull’armonia delle proporzioni e del disegno. Un’inclinazione naturale al classicismo che gli derivò dalla formazione ispirata dai modelli di Raffaello, filtrati attraverso i modi dei bolognesi Carracci. Verso i vent’anni infatti, Guido, artista già esperto, aderì alla famosa Accademia degli Incamminati, la scuola di pittura fondata da Annibale Carracci col fratello Agostino e il cugino Ludovico, improntata al recupero dell’esempio dei grandi maestri del Cinquecento, particolarmente dedita allo studio dell’anatomia e delle figure dal vero. Per tutta la sua fortunata attività Guido Reni conservò una luminosa compostezza e una chiarezza figurativa che spesso hanno fatto sì che la sua pittura venisse contrapposta al naturalismo e alla teatralità cupa dei caravaggisti.
Vi fu comunque un breve periodo in cui, trasferitosi a Roma ai primi del Seicento, il Reni conobbe un’apertura verso i toni e i modi caravaggeschi, raccogliendone soprattutto alcuni aspetti più superficiali, quali i forti contrasti luministici o la predilezione per i soggetti storici legati ad episodi cruenti. Una certa algida freddezza permeava comunque le sue figure, che anche negli atteggiamenti più crudi conservavano tratti di malinconica eleganza.
E’ il caso di questo David con la testa di Golia degli Uffizi: un tema sicuramente nelle corde dei pittori caravaggeschi, che qui viene espresso senza sentimenti tragici, con elegante distacco. David è atteggiato come un damerino, col cappello rosso piumato e il corpo illuminato da una luce lunare, appena coperto da un ricco mantello con i bordi di pelliccia; le luci definiscono con morbidezza il suo corpo, mentre l’oscurità si propaga dal fondo. Il giovane fissa pensoso il gigantesco capo mozzato di Golia: l’azione è già compiuta e il momento del dramma si è già sciolto in meditazione. Il soggetto del David e Golia, dipinto dal ‘sublime Guido’ (come a lungo fu chiamato), ebbe grande successo: se ne conosce una bella variante nel Museo del Louvre e repliche e copie conservate in diversi musei europei.