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Ritratto di Bia de' Medici

Agnolo di Cosimo Tori, detto il Bronzino

Data
1542 - 1545
Collezione
Pittura
Collocazione
D14. Sala delle dinastie
Tecnica
Olio su tavola
Dimensioni
63,3 x 48 cm
Inventario
1890 n. 1472

Già dalla fine del XIX secolo, in questo ritratto fu identificata la “figliola naturale del Duca” Cosimo, nata prima del suo matrimonio nel 1539, la piccola Bianca detta Bia.

L’ambasciatore di Francesco Maria II della Rovere in Toscana, Simone Fortuna, nel 1560 scrisse in una lettera che il duca Cosimo “ne’ primi anni del suo ducato, ebbe da una gentildonna di Fiorenza una puttina, che fu battezzata in nome di Sua Eccellenza Illustrissima, et si chiamò Bia. Et la Signora duchessa Leonora, trovatala in casa, l’allevava amorevolmente come nata che era dal marito prima che lei fusse sua sposa”. La giovanetta fu quindi allevata, come spesso accadeva, insieme alla discendenza legittima, circondata dall’affetto di Eleonora di Toledo e della nonna Maria Salviati, cui veniva spesso affidata e che nutriva una simpatia particolare per lei.

Purtroppo Bia, all’età di circa cinque anni, si ammalò improvvisamente, alla fine del gennaio del 1542, morendo dopo poche settimane.

Il duca addoloratissimo ne fece estrarre la maschera mortuaria in gesso, inventariata nella sua Guardaroba nel 1553, dov’era registrato per la prima volta anche il ritratto di Bia dipinto dal Bronzino, di cui parla Giorgio Vasari nella biografia del pittore. Alcuni studiosi hanno ipotizzato che il Bronzino non abbia realizzato l’effigie della bambina dipingendola dal vero, ma che abbia utilizzato la maschera. La datazione dell’opera oscilla dunque tra il 1542 e il 1545, quando il pittore eseguì il Ritratto di Eleonora di Toledo con il figlio Giovanni degli Uffizi che analogamente a questo dipinto presenta la medesima soluzione di porre la figura contro un intenso sfondo blu, che si rischiara attorno al volto.

Nonostante l’abbigliamento della giovinetta, il cui colore bianco è allusivo sia alla purezza sia al nome Bianca, e l’abbondanza di gioielli che la connotano come una principessa adulta,  l’eccezionale talento del Bronzino ha permesso di infondere a questa vitale immagine infantile tutta la vivacità di un ritratto dal naturale, cui contribuisce anche la posa, seduta ma pronta a scattare in piedi con un’esuberanza a malapena trattenuta, e l’irrequieto giocherellare con la cintura tra le dita.  

Insieme al filo di perle che porta al collo, la bambina indossa una catena d’oro cui è appeso un medaglione col profilo del padre Cosimo, come appare in un ritratto del Pontormo conservato alla Galleria Palatina in Palazzo Pitti. 

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