Stipo d’Alemagna
Manifattura di Augusta
Lo straordinario stipo si presenta chiuso da un severo blocco d’ebano di forma ottagonale, animato da colonne intagliate a figure e ornati che racchiudono formelle in pietre dure, parte delle quali dipinte con soggetti tratti dal Nuovo e Antico Testamento. Di preziosi lapislazzuli e di diaspro sono le più grandi formelle ovali e ottagone che ornano all’esterno e all’interno le coppie di sportelli dei quattro scomparti principali. Nel complesso sistema iconografico le scene dovevano concorrere a creare un percorso spirituale culminante nell’esaltazione della Religione trionfante sul Male: sul fondo blu del lapislazzuli in senso orizzontale scorre la vita di Gesù Cristo: Natività, Circoncisione, Strage degli innocenti, Battesimo, Trasfigurazione, Bacio di Giuda (all’esterno), Cristo davanti a Pilato, Crocifissione, Trasporto di Cristo al sepolcro, Resurrezione, Ascensione e Pentecoste (all’interno). Alla sommità era l’orologio che segnava il tempo, sovrastato dalla figura di Cristo risorto in argento che, tramite un meccanismo nascosto, al battere delle ore percuoteva il Demonio calpestato e vinto.
La pur evidente ricchezza dell’esterno, in cui si aprono cassetti segreti di varie grandezze, non lascia neppure immaginare le meraviglie contenute all’interno. Aprendo il primo scomparto appare un cubo girevole: la prima faccia del cubo, interamente rivestita da formelle in pietre dure con paesaggi e uccelli, si apre a sua volta lasciando vedere un vano impiallacciato di palissandro ed ebano a motivi di stelle e riquadri; la seconda faccia mostra un dipinto su rame raffigurante lo Sposalizio di Santa Caterina, copia da Correggio; la terza faccia presenta undici nicchie di bronzo dorato divise da otto colonnine contenenti le statuette dei dodici apostoli e al centro quella di Gesù Cristo in ambra; l’ultima faccia mostra una Crocifissione entro un’edicola in ebano composta dalla figura del Cristo crocifisso fra la Vergine e San Giovanni in ambra. All’interno del secondo scomparto di destra è un armadietto con due palchetti di legno. All’interno del terzo scomparto è stato collocato un quadretto su tavola raffigurante Gesù seduto fra una delle Marie e un angelo, chiuso a sua volta da uno sportello con all’esterno uno specchio in cristallo molato e due nella parte interna. All’interno del quarto scomparto ci sono cinque cassettine con ovali in pietre dure con scene tratte dal Vecchio Testamento dipinte a olio.
Lo spettacolare mobile fa parte di un gruppo di quattro arredi simili, realizzati ad Augusta nella prima metà del Seicento su indicazioni dell’antiquario e mercante d’arte Philip Hainhofer (1578 – 1647) che dettò il piano iconografico e fornì agli ebanisti, tra i quali figurava Ulrich Baumgartner (1581 – 1652), il modello della struttura lignea. Lo stipo, probabilmente iniziato verso il 1619 e ultimato nel 1626, venne presentato il 12 aprile 1628 all’arciduca Leopoldo del Tirolo, marito di Claudia de’ Medici, che lo acquistò per donarlo al granduca di Toscana Ferdinando II in visita a Innsbruck. Portato a Firenze, lo stipo venne collocato nella Galleria degli Uffizi dove è registrato già nell’inventario del 1635.