Natura morta con testa di montone
Willelm van Aelst (Delft 1626-27 – Amsterdam post 1683)
In basso a sinistra il dipinto reca la sigla del pittore olandese “WV” e la data 1652.
Questa vivida natura morta faceva parte delle collezioni del cardinal Giovan Carlo de’ Medici (fratello del granduca Ferdinando II), che nella sua residenza aveva raccolto un importante nucleo di dipinti tra cui ben tredici opere del pittore Willelm van Aelst, allora soprannominato ‘l’Olandese’. L’artista aveva soggiornato diversi anni a Firenze a partire dal 1649 lasciandovi molte sue pitture, in particolare nature morte, genere nel quale si era specializzato e che era molto apprezzato anche da altri componenti della famiglia granducale, come il cardinal Leopoldo de’ Medici, famoso e accanito collezionista, che ne acquisì numerose per le sue raccolte.
L’ambientazione scenica di questa natura morta è molto teatrale e accuratamente studiata: sopra un massiccio bancone di legno, nella penombra di un ambiente domestico, sono disposti carciofi, uva, due cedri e al centro un’impressionante testa di montone con gli occhi semichiusi, poggiata sul suo stesso vello; in secondo piano, un ramo di ciliegie svetta da un cesto di vimini, mentre sulla sinistra campeggiano, appesi ad un gancio, alcuni volatili, una cipolla e delle interiora.
La minuzia descrittiva, la pittura lucida e le cromie brillanti che risaltano sulle tonalità scure sono tipiche dello stile di van Aelst, che fu uno degli artisti più amati del suo tempo in Europa. Nella stessa sala della Galleria Palatina è esposto il suo pendant, una Selvaggina e arnesi da caccia (inv. 1912 n. 466).