I morti di morte violenta che si sono pentiti in extremis: Iacopo del Cassero
Nella seconda balza dell'Antipurgatorio coloro che, uccisi, si sono pentiti in extremis cantano il Miserere invocando la misericordia divina e chiedono a Dante di riferire di loro ai vivi
"E uno incominciò: "Ciascun si fida
del beneficio tuo sanza giurarlo,
pur che ’l voler non possa non ricida.
Ond'io, che solo innanzi a li altri parlo,
ti priego, se mai vedi quel paese
che siede tra Romagna e quel di Carlo,
che tu mi sie di tuoi prieghi cortese
in Fano, sì che ben per me s’adori
pur ch’i’ possa purgar le gravi offese.
Quindi fu’ io; ma li profondi fóri
ond’uscì ’l sangue in sul quale io sedea,
fatti mi fuoro in grembo a li Antenori,
là dov’io più sicuro esser credea:
quel da Esti il fé far, che m’avea in ira
assai più là che dritto non volea.
Ma s’io fosse fuggito inver’ la Mira,
quando fu’ sovragiunto ad Orïaco,
ancor sarei di là dove si spira.
Corsi al palude, e le cannucce e ’l braco
m’impigliar sì ch’i’ caddi; e lì vid’io
de le mie vene farsi in terra laco"
Purgatorio, V, 64-84.