Gli autoritratti su carta dei Maestri dell'Ottocento
Prosegue la presentazione di autoritratti su carta di grandi Maestri, selezionati dalle collezioni del Gabinetto dei Disegni e delle Stampe
Al primo piano degli Uffizi, nelle sale affrescate da Luigi Ademollo, prosegue la presentazione di autoritratti su carta di grandi Maestri, selezionati dalle collezioni del Gabinetto dei Disegni e delle Stampe.
Il nuovo allestimento è dedicato all’Ottocento, secolo nel quale la consapevolezza di sé e l’urgenza di diffondere la propria effigie si fa più forte tra gli artisti, che utilizzano dunque tutti i mezzi a disposizione, disegno e incisione tra i primi.
L’esposizione dà conto delle diverse tecniche e forme dell’autorappresentazione, prendendo in esame gli artisti che insegnarono all’Accademia di Firenze o che la frequentarono – come Baldassarre Calamai, che nel 1844 si ritrae in uno schizzo a matita poi incluso nella composizione Boccaccio e l’allegra brigata di Schifanoia – e personaggi dalle vicende più controverse - come il falsario Egisto Rossi, qui rappresentato con ben tre disegni. Tra i più significativi autoritratti disegnati della fine del secolo meritano senza dubbio di essere ricordati i due a penna dello scultore fiorentino Adriano Cecioni e quello a matita del pittore ticinese Antonio Ciseri, trasferitosi giovanissimo a Firenze.
Nella stampa d’arte il XIX secolo è rappresentato da tre grandi nomi: Domenico Morelli, con una rara incisione di recentissima acquisizione eseguita durante il soggiorno fiorentino nel 1852, qui esposta accanto a un’altra versione inedita del medesimo soggetto; Federico Faruffini, con il suo singolare e tormentato autoritratto a figura distesa; e Giovanni Fattori, che chiude il secolo con la sua celebre acquaforte su zinco qui rappresentata dalla stampa e dalla matrice incisa. Infine, un omaggio a un personaggio che ha avuto un ruolo non secondario nella storia e nella formazione della collezione di opere su carta degli Uffizi: Anthony De Witt, del quale si espone l’autoritratto risalente al 1897 in una suggestiva “prova di lavoro” ad acquaforte corretta a matita nera.
La collezione del Gabinetto dei Disegni e delle Stampe degli Uffizi è una delle più importanti raccolte di grafica al mondo per valore artistico e quantità delle opere conservate (circa 180.000 fogli). Il primo nucleo collezionistico sistematicamente ordinato fu costituito dal cardinal Leopoldo de’ Medici a partire dalla metà del XVII secolo, sebbene alcuni disegni fossero entrati nelle raccolte medicee già nel Cinquecento grazie a Cosimo I de’ Medici, primo Granduca di Toscana. Oltre ad essere una raccolta in gran parte storicizzata, preziosa testimonianza del mecenatismo granducale e non solo, la collezione, lungi dall’essere chiusa, è in costante accrescimento grazie a continui acquisti e donazioni di opere antiche e contemporanee.