Crocifissione sul Golgota
Luigi Ademollo (Milano 1764 – Firenze 1849)
La visione scenografica ed antichizzante che informa la decorazione pittorica della Cappella Reale nel suo complesso, emerge anche nel grande riquadro parietale con la Crocifissione. L’episodio è connotato da una severità aulica, che ricorda Il giuramento degli Orazi di David, specie per l’analoga contrapposizione tra la brutalità del mondo maschile, incarnato dagli uomini arrancanti nel tentativo di innalzare con tutte le forze le croci sul pendio collinare, ed il dolore attonito espresso dal gruppo opposto delle pie donne, caratterizzate da forme sinuose, morbide ed eteree e relegate nel lato destro della composizione, ideale controcanto alla concitazione della scena centrale. All’evento drammatico posto in primo piano, sotto un cielo plumbeo e screziato da nubi, fa da quinta lo sfondo rupestre punteggiato da rare macchie frondose, ispirato probabilmente ai paesaggi rocciosi dei dintorni romani visti dal vero e annotati dal pittore: il tutto è pervaso da un senso di leggerezza atmosferica reso grazie al sapiente dosaggio delle velature, che Ademollo aveva imparato dal pittore svizzero Ducros negli anni del suo giovanile apprendistato a Roma. In perfetta simmetria tematica con la parete opposta, dove all’Entrata di Cristo a Gerusalemme corrisponde il Trionfo di David, anche in questo caso l’episodio cristologico è simbolicamente collegato alla vicenda biblica sottostante raffigurata a monocromo lungo lo zoccolo: Mosè ed il serpente di bronzo, episodio dell'Antico Testamento che prefigura il ruolo salvifico della croce.
La decorazione pittorica di Luigi Ademollo nella Cappella Palatina
Entrata di Cristo in Gerusalemme
Luigi Ademollo (Milano 1764 – Firenze 1849)