I tre alberi
Rembrandt Harmenszoon van Rijn (Leida 1606 – Amsterdam 1669)
È questa la più grande e la più intensamente evocativa tra le stampe di paesaggio di Rembrandt, esempio eloquente della sua geniale capacità di orchestrare luci e ombre nella più efficace resa atmosferica e di offrire coi soli mezzi del bianco e nero il senso di un colore ricco e pieno. Rembrandt riuscì a ottenere questi effetti con un sapiente equilibrio di acquaforte, puntasecca e bulino, uniti a una tintura di zolfo, per creare il complesso intreccio luminoso tra il cielo e l’ampia veduta campestre. Ne deriva così un capolavoro assoluto dell’acquaforte seicentesca, che anticipa la più grande stagione del paesaggismo olandese, osservato nei suoi aspetti naturali, ma che allo stesso tempo trasmette forti allusioni simboliste, in grado di catturare l’osservatore nell’atmosfera di mistero che la pervade.
Il tema descritto è un temporale estivo che si allontana. A sinistra, masse di nuvole nere passano sulla città, mentre la pioggia cade ancora fitta sulla campagna circostante. A destra però il cielo è sereno, e così luminoso da far sembrare per contrasto il primo piano immerso nell’oscurità. Questo è popolato di singoli episodi narrativi: due amanti sono nascosti tra i cespugli e più oltre un pescatore è in compagnia della sua donna. A destra, contro l’orizzonte luminoso, dei viandanti passano stipati su un carro e un disegnatore seduto gode dello spettacolo offerto dal sole che torna a splendere sulla campagna.