L’orafo Jan Lutma
Rembrandt Harmenszoon van Rijn (Leida 1606 – Amsterdam 1669)
Attento osservatore della vita e spirito profondamente religioso, Rembrandt esprime soprattutto nelle sue molte stampe a soggetto biblico, così come nei suoi ritratti, la propria visione dell’esistenza, insieme realistica e metafisica, rappresentazione di un mondo che sotto le apparenze più concrete nasconde realtà soprannaturali. In questa stampa egli riprende quel dialogo appassionato tra luce e tenebra che è anche il tema centrale della sua pittura, e lo sviluppa con tecnica diversa, ottenendo i più straordinari effetti luministici, dai neri profondi e vellutati del berretto e degli abiti del personaggio al chiarore assoluto che invade dall’alto la stanza. Il celebre orafo olandese Jan Lutma (circa 1584-1669), amico personale dell’artista, vi è rappresentato circondato dagli strumenti del suo mestiere, un martello e dei punzoni metallici, e da alcune sue creazioni, un candeliere e una coppa decorata. Rembrandt è un maestro nella resa dei valori spaziali tramite la luce, e qui lo spazio attorno alla grande poltrona a braccioli è reso efficacemente lasciandole accanto solo una sottile striscia luminosa, che la stacca dal muro di fondo. Per modellare le forme l’artista infittisce il tratteggio e varia la direzione dei segni, rafforzando i contrasti con la puntasecca, come si vede chiaramente nelle pieghe della sopraveste.