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Madonna col Bambino in trono, angeli e santi (Maestà di Ognissanti)

Giotto (Vespignano, Vicchio di Mugello 1267 – Firenze 1337)

Data
1300-1305 c.
Collezione
Pittura
Collocazione
A4. Giotto - Cimabue
Tecnica
Tempera su tavola, fondo oro
Dimensioni
325 x 204 cm
Inventario
1890 n. 8344

Maria, con in braccio il figlio Gesù, siede su un trono come una regina, iconografia che dà il titolo di Maestà con cui questo e altri dipinti di soggetto analogo sono noti.

La Vergine sorregge il bambino, che benedice con la mano destra tenendo nella sinistra una pergamena arrotolata, simbolo di sapienza. Intorno al trono, un tabernacolo cuspidato intarsiato con marmi policromi che richiama l’architettura gotica in voga verso il 1300, si collocano un gruppo di angeli e santi. Gli angeli inginocchiati ai piedi del trono offrono vasi con rose e gigli, fiori che alludono alla purezza e alla carità, mentre i due ai lati del trono porgono una corona e una pisside, un oggetto liturgico che allude probabilmente alla Passione di Cristo. I santi sono parzialmente coperti dall’architettura e dalle aureole e questo, oltre a suggerire l’esistenza di uno spazio concreto entro il quale si collocano le figure, intende evocare anche l’intitolazione della chiesa per la quale tavola fu realizzata, Ognissanti a Firenze.

Non sappiamo quale fosse l’originale posizione del dipinto in chiesa, ma è possibile che si trovasse su un altare laterale o sul tramezzo che divideva lo spazio dei laici dal coro dei frati Umiliati che officiavano il tempio. Per Ognissanti Giotto lavorò ripetutamente nel corso della sua vita, dipingendo almeno altre due opere.

La Maestà, eseguita quando Giotto aveva già raggiunto grande notorietà ed era un pittore richiesto da committenti di tutta Italia, si distingue per il naturalismo con cui svolge questo tradizionale tema. Nelle vesti delle figure gli elementi decorativi sono ridotti al minimo per dare risalto alla plasticità dei corpi, modellati da luci e ombre. Per oltre un secolo la composizione rappresentò un modello di ispirazione per i pittori fiorentini.

Testo di
Daniela Parenti
Video
Ipervisioni
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