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Marsia del tipo rosso o asimmetrico

Arte romana

Data
II sec. d.C.
Collezione
Scultura
Collocazione
Terzo corridoio
Tecnica
Marmo pentelico
Dimensioni
h. 245 cm
Inventario
1914  n. 201

Il mito relativo al satiro frigio Marsia racconta di come questi, dopo avere casualmente trovato il flauto a doppia canna (diaulòs) inventato dalla dea Atena, divenne così abile nel suonarlo da sfidare il dio della musica Apollo ad una competizione musicale da cui uscì sconfitto. La statua ritrae proprio il momento dell’attesa della punizione che attende Marsia: il sileno, appeso per i polsi ad un tronco, sta per essere scuoiato vivo dal dio e contrae il viso in un’espressione di paura mista a dolore. Questo episodio del mito ebbe grande fortuna in epoca romana, anche grazie al racconto che ne fece Ovidio nelle sue Metamorfosi (Ovidio, VI, vv. 382 - 400), e oggi si conoscono ben 60 repliche di statue a tutto tondo con il medesimo soggetto.

Questo esemplare degli Uffizi fa parte del gruppo delle repliche di tipo rosso, che si distingue dal tipo bianco per uno stile più realistico ed espressivo, enfatizzato spesso dall’uso del marmo pavonazzetto o della pittura rossa, allusione al corpo scuoiato. Questa definizione è stata poi abbandonata a favore di una divisione tra tipo simmetrico e asimmetrico, quest’ultimo peculiare del tipo rosso e anche del nostro Marsia, il quale presenta i polsi incrociati al di sopra della testa e il torso e le gambe orientati verso il lato destro. Il tipo asimmetrico mostra inoltre una forte tensione muscolare che conferisce dinamicità ed è emotivamente più coinvolgente.

Le rappresentazioni del tema su diversi supporti, tutte tratte da un medesimo modello, suggeriscono che il sileno appeso facesse parte di un gruppo scultoreo composto dalle figure di Apollo e del cosiddetto Arrotino, lo schiavo esecutore dello scorticamento del quale la statua degli Uffizi costituisce l’unica copia a tutto tondo oggi nota.

Un tempo collocato nel Palazzo di via Larga, questo Marsia ha subito restauri in epoca moderna; in particolare, per quanto riguarda la testa, è stata riconosciuta la mano dello scultore Mino da Fiesole (Poppi, Arezzo 1429 - Firenze 1484).

Bibliografia

A. Weis, The hanging Marsyas: the origin and history, University Microfilm International, Ph.D. dissertation, Ann Arbor, 1981; A. Weis, The hanging Marsyas and its copies. Roman innovations in a Hellenistic sculptural tradition, Roma, 1992a; M.Rodinò, Il supplizio di Marsia in Divina Simulacra. Capolavori di scultura classica della Galleria degli Uffizi, catalogo della mostra (Firenze, Gallerie degli Uffizi, 12 dicembre 2023 – 30 giugno 2024), a cura di F. Paolucci, Livorno, 2023, pp. 24 – 27 e bibliografia precedente; M. Rodinò, Statua dello Scita, cd. Arrotino in Divina Simulacra. Capolavori di scultura classica della Galleria degli Uffizi, catalogo della mostra (Firenze, Gallerie degli Uffizi, 12 dicembre 2023 – 30 giugno 2024), a cura di F. Paolucci, Livorno, 2023, pp. 28 – 33

Testo di
Ambra Famiglietti
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