Quos Ego!
Marcantonio Raimondi (Argine, Bologna 1480 c. – Bologna 1534), da Raffaello
«AEOLVS IMMITTIT / VENTOS IVNONE PRECANTE // SOLATVR VENEREM / DICTIS PATER IPSE / DOLENTEM // TROIANOSQ[UE] VAGOS / LIBICA ESPELLIT / IN ORAS // AENEAM RECIPIT PVL-/ CHRA CARTHAGINE / DIDO // CVI VENVS / ASCANII SVB IMAGINE / MITTIT AMOREM»
Ambiziosa per il tema e per la complessa concezione compositiva, che rimanda ai rilievi classici, questa stampa è considerata una delle principali della vasta produzione di Marcantonio Raimondi e uno dei suoi esempi più compiuti di ‘incisione all’antica’. L’impaginazione delle scene è ispirata infatti a un tipo di rilievo del I secolo d. C., noto come la “Tabula iliaca”, che illustra episodi dell’Iliade e dell’Odissea in una serie di piccoli pannelli narrativi disposti attorno a una scena principale.
Il tema è tratto dall’Eneide di Virgilio, che narra le vicende degli esuli fuggiti da Troia sconfitta, ostacolati nel loro viaggio da Giunone. In favore della sorte dei Greci, la dea aveva chiesto a Eolo, dio dei venti, di scatenare una tempesta contro le navi dei Troiani. L’animata scena centrale rappresenta Nettuno nello sforzo di sedare l’effetto dei venti, nel momento in cui sta formulando la frase minacciosa che inizia appunto con le parole “Quos ego”, e viene descritto nella sua espressività gestuale secondo un modello che rimanda al gruppo del Laocoonte, allora da poco scoperto a Roma.