Madonna "Domenica delle Cascine", la Cecca di Pratolino e Pietro moro
Justus Suttermans (Anversa, 1597- Firenze 1681)
I tre protagonisti sono personaggi realmente esistiti, come documentano le carte degli archivi medicei. Una lettera inviata dal cardinale Giovan Carlo de’ Medici da Pratolino al fratello Mattias attesta infatti che dopo le cacce “nell’hore della quiete avevamo la ricreazione delle pitture. Giusto faceva ritratti di quelle contadine, che si è portato esquisitamente. Giovanni da San Giovanni dipingeva a fresco, ed è riuscito bravamente: in particolare in un tondo portatile ha dipinto Janni in forma di satiro”. Suttermans, celebrato ritrattista che era riuscito a eternare e celebrare i principali personaggi di casa Medici, documenta qui con puntuale sagacia quel mondo domestico e minuto che circondava e accompagnava la vita di corte. In questo caso le due anziane donne dal volto rugoso e dallo sguardo complice e vivacemente ironico, che corrispondono rispettivamente a Domenica delle Cascine, venditrice di polli e anatre, e alla contadina Francesca, o “Cecca”, da Pratolino. Entrambe sono frequentemente attestate nei libri contabili medicei: Domenica, in particolare, vi appare retribuita non solo per il suo ruolo di fattoressa, ma anche come intrattenitrice, spesso ingaggiata per allietare e svagare il signore e la sua famiglia con scherzi e facezie e “per fare il Buffone”. Il moro Pietro, sulla destra, il cui nome viene identificato nelle descrizioni inventariali, doveva essere invece uno dei molti servitori di casa, qui immortalato in un licenzioso e volgare gesto della mano, frequentemente rappresentato nella pittura caravaggesca romana ma anche in quella olandese della prima metà del Seicento