Stanislao Pointeau. Un macchiaiolo toscano di origini francesi. Una mostra in onore di Carlo Del Bravo
Terre degli Uffizi torna a San Casciano con una mostra dedicata per la prima volta al macchiaiolo Stanislao Pointeau e intitolata alla memoria di Carlo Del Bravo
Terre degli Uffizi torna a San Casciano con una mostra monografica dedicata per la prima volta al pittore franco-fiorentino Stanislao Pointeau e al ruolo da lui rivestito nella genesi e nella maturazione della “macchia” a Firenze e in Toscana. L’esposizione, in corso dal 26 ottobre al 16 febbraio al Museo Giuliano Ghelli, si intitola “Stanislao Pointeau: un macchiaiolo toscano di origini francesi”, a cura di Michele Amedei, ed è organizzata dal Comune di San Casciano in Val di Pesa, nel programma di Fondazione CR Firenze e Le Gallerie degli Uffizi, all’interno dei rispettivi progetti Piccoli Grandi Musei e Uffizi Diffusi. Dopo la mostra dedicata a Jacopo Vignali, un nuovo omaggio allo storico dell’arte Carlo del Bravo, originario di San Casciano, che riscoprì l’artista alla fine degli anni Settanta grazie alle sue ricerche artistiche.
Figlio di Jean Louis, rappresentante di vini originario di Blois, nella regione del Centro-Valle della Loira, e di Giovanna Piacenti, fiorentina, Stanislao nacque a Firenze. Agli inizi degli anni Cinquanta, studiò nella locale Accademia di Belle Arti. Contemporaneamente, frequentò il Caffé Michelangiolo fondando, insieme a Telemaco Signorini e ad altri artisti, il gruppo dei Macchiaioli. Con questi ultimi, oltre a frequentare il milieu francese in città, esplorò Firenze e i suoi dintorni, particolarmente le rive dell’Arno, fonte di ispirazione per quadri come I renaioli, inviato con successo all’Esposizione Nazionale Italiana organizzata a Firenze nel 1861. Dopo la parentesi macchiaiola, nel 1867 Pointeau si trasferì a Pisa. Qui visse isolato dagli amici fiorentini con i quali mantenne comunque rapporti, in particolare con Diego Martelli. L’ultima fase pittorica dell’artista risentì della temperie simbolista rappresentata, nell’area pisana, dalla comunità di artisti inglesi legati al romano Nino Costa.
Il percorso espositivo si sviluppa in quattro sezioni organizzate cronologicamente. La prima - Stanislao Pointeau, gli amici senesi e quelli francesi nella Firenze di metà Ottocento - introduce il visitatore alle prime opere di Pointeau e al ruolo da lui ricoperto come tramite fra la cultura figurativa toscana e quella francese di metà secolo. Sono esposte, fra le altre cose, un gruppo di preziose incisioni di Marcellin Desboutin appartenute a Pointeau e una serie di ritratti fatti a Stanislao dagli amici senesi Angelo Visconti e Amos Cassioli fra il 1859 e il 1861.
La seconda sezione - Dagli esordi artistici alla “macchia” - introduce il visitatore agli inizi del percorso artistico di Pointeau attraverso una selezionata scelta di tele nonché disegni a matita e acquerello su carta schizzati in un viaggio nel Mugello nel 1851.
La terza sezione, cuore della mostra, intitolata Gli anni della ‘Macchia’, è dedicata al rapporto di Pointeau con la pittura dei macchiaioli, ivi compresa quella di Telemaco Signorini di cui si intende esporre Sulle rive dell’Arno, conservato alla Galleria d’Arte Moderna di Firenze. Fra le opere di Pointeau incluse in questa sezione della mostra troviamo Renaioli sull’Arno, La ferratura del bove e altri quadri e disegni che segnarono profondamente il corso della pittura toscana dei tardi anni Cinquanta e degli inizi del decennio successivo.
Chiude la mostra l’ultima sezione intitolata I soggiorni nel Sud Italia e il trasferimento a Pisa nel 1867 che espone una serie di dipinti su tela e su tavola attraverso i quali Pointeau dimostra il superamento delle sperimentazioni macchiaiole e la svolta simbolista maturata a contatto con la pittura italiana e internazionale di passaggio e residente a Pisa sul finire del secolo.
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